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conferenza stampa

Salernitana, Sousa: “Inter? Non sarà squadra stanca, sua rosa migliore della A”

Salernitana
Le parole del tecnico della Salernitana alla viglia della sfida contro l'Inter

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Giornata di vigilia per Salernitana e Inter che, nella giornata di domani, si affronteranno all'Arechi nella sfida valida per la ventinovesima giornata di Serie A. I nerazzurri, reduci dal pareggio esterno per 1-1 nella semifinale di andata di Coppa Italia contro la Juventus, hanno incassato ben 3 sconfitte in altrettante giornate di campionato. Una striscia negativa che la formazione di Simone Inzaghi è chiamata ad interrompere per rilanciare le proprie ambizioni Champions già a partire dalla sfida di domani. I granata, dal canto loro, con i loro 28 punti, sono a +9 sulla zona retrocessione. Un impegno presentato nella consueta conferenza stampa pre gara dal tecnico Paulo Sousa, intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti.

"Se vedete il mio percorso da allenatore vale anche il contrario. Cerco un equilibrio e una identità, ma voglio che tutti i calciatori si sentano parte integrante del progetto. Nell'arco della settimana ciascun atleta aggiunge conoscenze al suo bagaglio. Quando sono arrivato ho trovato una situazione particolare, ma ho cercato comunque di trasmettere concetti che potessero essere chiari e che ci dessero organizzazione difensiva senza speculare sugli errori degli avversari. Ho una idea completamente diversa da quella del mio collega Nicola. Scelgo di volta in volta anche in base all'avversario. Io non mi voglio soffermare sui singoli, ma oggi posso parlare diversamente. Mi soffermo su Bonazzoli. Dal punto di vista tecnico può fare la differenza, potenzialmente è un attaccante top e può essere micidiale. Noi, però, abbiamo bisogno di tante altre cose. Qui siamo alla Salernitana, siamo in difficoltà e devo avere risposte che vadano oltre l'aspetto qualitativo".

"Ho letto un po' quanto accaduto negli altri campionati dopo la sosta per le nazionali, ho notato che tanti colleghi hanno avuto difficoltà. A La Spezia mi aspettavo una gara piena di contenuti, un po' come accaduto nella prima parte. Tuttavia, nel secondo tempo, ho visto una Salernitana che perdeva progressivamente il controllo della partita attraverso il possesso palla ed è per questo che ho inserito Maggiore e Bohinen. Non è andata come speravamo, è un dato di fatto ed è evidente a tutti. Le varianti e le motivazioni sono tante, comprese l'atteggiamento aggressivo dell'avversario e le dimensioni diverse del rettangolo di gioco. Ma la settimana mi aveva fornito indicazioni differenti. Se, però, porti a casa punti pur non giocando al tuo livello significa che sei sulla strada giusta. A noi interessa muovere la classifica, per il resto ci sarà tempo. Quanto alla sfida con l'Inter, bisogna essere orgogliosi di affrontare una squadra del genere. Abbiamo preparato la nostra strategia, ci saranno spazi nei quali inserirci per avere vantaggi rispetto al comportamento degli avversari. E' chiaro che dovremo stare attenti al reparto offensivo dell'Inter, occorreranno convinzione, determinazione e gioia perchè i nerazzurri hanno la miglior rosa individuale della serie A. In tanti momenti occorre la consapevolezza che dovremo soffrire, sperando che ci possa accompagnare anche un pizzico di fortuna. E la porteremo dalla nostra parte solo se saremo bravi dal primo all'ultimo minuto".

Sul periodo negativo dell'Inter: "Non credo a una squadra stanca. Hanno vinto la Supercoppa, sono in semifinale di Coppa Italia e sono tra le prime otto in Europa. Solo in campionato sono leggermente in ritardo, ma ci sono tutti i presupposti per restare tra le prime quattro e qualificarsi in Champions. Hanno una rosa ampia, individualmente di qualità, che consente di trovare sempre soluzioni. Dovremo mettere in campo armi diverse, ma non aspettatevi un avversario stanco fisicamente e mentalmente. Sono ed erano in grado di vincere tutte le competizioni".

Sull'esperienza all'Inter: "Non vivo di ricordi, sono proiettato al presente. Io penso a ciò che posso controllare, avevo la stessa mentalità anche quando ero giocatore. So che è una società importante, di tradizione, e qui ho trovato tantissimi campioni. Mi sono divertito a giocare lì. Ero a Dortmund, mi chiamò Moratti e riuscì a portarmi a Milano strappandomi a due società importantissime spagnole. C'era Ronaldo, il migliore al mondo in quel momento. Sposavano la mia mentalità: volevano vincere tutte le partite".

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