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Roma, Ferrero scatenato: “Romanista da prima che nascessi. Ho sognato di rilevare il club, ma…”

Il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, fa il punto sull'emergenza coronavirus soffermandosi sulla sua fede giallorossa

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Parola a Massimo Ferrero.

Della sua fede giallorossa non ne aveva mai fatto mistero l'attuale presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, che qualche mese fa aveva manifestato l'intenzione di rilevare la Roma. Un desiderio mai realmente concretizzatosi, ma ancora vivo nelle mente del numero uno del club Doriano. A testimoniarlo sono le parole dello stesso Ferrero, rilasciate durante un'intervista concessa ai microfoni de "La Repubblica".

“Non dico che ce la dovevamo aspettare, questa roba orrenda, ma forse potevamo presentarci al virus un po’ più preparati, come individui, come società. Adesso temo la bancarotta o l’oblio. Sono romanista da prima che nascessi. Roma sembrava anche calcisticamente nel mio destino? Ma poi non è successo. E’ vero, ho sognato di rilevare la società, ma in un giorno lontano”.

Ferrero ha poi raccontato qualche particolare legato alla sua infanzia e alla sua vita privata: “La città della mia infanzia è Testaccio. Da dove del resto proviene anche Claudio Ranieri, il mio attuale tecnico alla Sampdoria. Erano tempi liberi e insieme complicati. Chi aveva dei problemi andava a rubare i portafogli sugli autobus, annavamo a fa er quajo come si diceva. Eravamo poverissimi, si faticava ad arrivare a fine giornata. I maglioncini duravano per generazioni. Le toppe invecchiavano sui gomiti. I valori erano traguardi veri. Aridatece i valori! levateje i telefonini! Mio padre diceva: discoremo. Parlatevi ragazzi! Noi mangiavamo la frutta che scartavano a via Ostiense, c’è una bella differenza. Come mi definirei? Un artista di strada, uno che va in giro con lo strumento, pane amore e fantasia. Ero nato per quello, ho sempre avuto i tempi della commedia”.