Amadou Diawara si racconta.
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Roma, a tutto Diawara: “Ricordo le sberle di mio padre, non voleva giocassi a calcio. Ecco a chi mi ispiravo da piccolo”
Le parole del centrocampista giallorosso, Amadou Diawara, tra passato e presente
La sua infanzia in Africa, l'isolamento e il suo rapporto con Fonseca: sono solo alcuni dei temi affrontati dal centrocampista ivoriano della Roma, Amadou Diawara, intervenuto ai microfoni del sito ufficiale del club per fare il punto sull'emergenza Coronavirus e svelare qualche retroscena legato alla sua vita privata.
“Fonseca? È un grandissimo allenatore, un po’ simile a Sarri, vuole sempre uscire palla al piede sfruttando il gioco dei centrocampisti, questo mi piace tantissimo. Questa nuova avventura è un nuovo step della mia carriera, devo superarlo. Questa estate, dopo la Coppa d’Africa, sono tornato prima dalle vacanze per conoscere prima il Mister e i compagni, non vedevo l’ora di partire con la stagione. L’isolamento? Sicuramente non è un periodo buono per nessuno. Sto cercando in tutti i modi di stare sereno restando a casa, anche allenandomi con il programma che la Società ci fornisce. Sto cercando di viverla con serenità. Guardo tanti film e gioco alla Playstation, a FIFA, online con i miei amici e con i compagni della Nazionale. La mia condizione fisica? Sto bene, mi sto allenando tutti i giorni. Mandano ogni settimana il programma di lavoro da fare a casa e lo sto seguendo perfettamente, sto bene. L’infanzia in Africa? Mio padre non voleva giocassi a calcio, la prima volta che gli ho detto che avrei voluto fare il calciatore ho preso delle sberle che ancora ricordo bene. Mia sorella Sira mi aiutava, mi comprava le scarpe e le nascondeva per non farle vedere a mio padre che altrimenti le avrebbe regalate a qualche altro bambino pur di non farmi giocare. Ora è felice per me. Poi ho realizzato i miei sogni, ho anche lasciato il mio ex agente che diceva che non ce l’avrei fatta”.
Infine, Diawara, si è soffermato a parlare dei giocatori a cui si ispirava da piccolo: “Yaya Touré era il mio idolo, lo guardavo in tv a casa, giocava nel Barcellona in quel periodo. Lo seguivo con la nazionale della Costa d’Avorio. Per noi la Coppa d’Africa è molto importante, tutti ci riuniamo davanti a una tv a guardare le partite. Lui era il mio idolo quindi guardavo le partite della Guinea e tifavo per la mia Nazionale, ma tifavo anche per lui. Aveva una grande visione di gioco, giocava nel mio stesso ruolo, sognavo di diventare come lui. Del calcio italiano mi piaceva tantissimo De Rossi e guardavo tante partite della Roma perché volevo vederlo giocare, mi faceva impazzire come giocava. Mi piaceva come utilizzava il campo, la visione di gioco, le giocate di prima, mi piaceva tantissimo“.
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