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Roberto Baggio: “Il film non lo volevo fare. Mazzone? Una persona speciale”

Roberto Baggio: “Il film non lo volevo fare. Mazzone? Una persona speciale”

Le dichiarazioni del Divin Codino

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Il film documentario su Roberto Baggio uscirà il 26 maggio.

L'attesa è tanta e gli appassionati di calcio stanno aspettando con grande trepidazione il lancio. Una storia che ripercorre l'intera vita, la carriera e i momenti più difficili che il Divin Codino ha vissuto. Proprio l'ex giocatore del Brescia a margine della presentazione del film ha voluto rispondere alle domande di alcuni giornalisti, raccontando diversi aneddoti interessanti.

Baggio ha raccontato che essendo una persona molto timida non aveva voglia di realizzare questa pellicola, ma è stato convinto: "È emozionante, non succede spesso. Tante tensioni e tante domande. Io non volevo fare il film perché alla dine dicevo cosa vuoi che interessi alla gente della mia storia. Grazie alla spinta del mio manager e di mia moglie l'ho fatto. Ero prigioniero della mia timidezza e mi sentivo inutile per una cosa così grande. Pensi sempre che le storie degli altri abbiano più valore. Per fortuna vivo una vita molto semplice fatta di piccole cose ed è la mia natura che mi porta a questo. Oggi se uno prende le cose troppo sul serio finisce male. È un fatto di protezione che uso quello di starmene un po' tranquillo. Ho pianto come un bambino sentendo la canzone di Diodato perché sono quelle cose che ti toccano profondamente. Ha scritto una poesia".

Il Divin Codino ha analizzato il momento in cui, a 35 anni si è rotto il ginocchio per la seconda volta: "C'è stato un momento quando mi sono rotto il ginocchio la seconda volta a 35 anni in cui ho pensato di ritirarmi. Il mio sogno era quello di andare ai Mondiali in Corea e Giappone nel 2002. Quando ho subito quell'incidente ho detto è meglio chiudere qua perché mancavano pochi mesi e mi ero veramente abbattuto. Poi passa la rabbia e quando hai delle persone che ti sanno consigliare intorno cambi la tua visione e torna la voglia di rimettersi in gioco per tornare a sognare ancora".

Il personaggio probabilmente più ingfluente della carriera di Roberto Baggio è Carlo Mazzone: "Sono legato a Mazzone perché è stata una persona importante che mi ha recuperato in un momento nel quale non trovavo squadra e si è formato un legame sincero e spontaneo. È stato come un secondo padre. La gente che viene allo stadio è la parte più sincera del calcio e per questo ho sempre avuto un grande rispetto".