Un campionato di Serie A con tante sorprese.
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Napoli, Donadoni rimprovera Verdi: “Deve capire che non gioca più nel Bologna”. E sulla Nazionale di Mancini…
"Deve calarsi in fretta in questa nuova realtà. E' un problema di testa"
Dopo tre giornate nessuna squadra sembra ancora al top della forma e le squadre medio-piccole si sono attrezzate per provare a dare fastidio a tutti. Nell'ultimo turno la sconfitta più inaspettata è stata quella del Napoli che è stato sconfitto per 3-0 al "Ferraris" dalla Sampdoria. La squadra partenopea non è ancora riuscita ad ingranare la marcia giusta, nonostante le prime due vittorie ottenute in rimonta. Del Napoli e in particolare di Simone Verdi ha parlato Roberto Donadoni, suo ex allenatore ai tempi del Bologna: "Deve crescere di testa, deve capire in fretta che non gioca più nel Bologna ma in un club che ha altri obiettivi- ha ammesso l'ex tecnico dei felsinei in un'intervista rilasciata a Radio 24 -. Credo che Ancelotti stia cercando di valorizzare la sua rosa, e quindi di far sentire tutti i suoi giocatori come possibili titolari. Verdi dal punto di vista tecnico non ha da invidiare nulla a nessuno, neanche a livello fisico. È l’aspetto caratteriale e mentale che poi va a incidere e a fare la differenza, quindi lui deve calarsi in fretta in questa nuova realtà che non è più quella di una squadra come il Bologna, ma di una squadra abituata in questi anni ad altri obiettivi. Il suo salto di qualità dipende da questa sfera mentale".
Donadoni è stato anche commissario tecnico della Nazionale ed ha voluto commentare le parole di Mancini in merito ai giovani: "Bisogna avere un po' di equilibrio in questi casi: quando ci si ritrova da una parte diventa facile fare certe considerazioni in virtù del fatto che dall'altra parte c'è qualcosa che non ti torna o non ti fa comodo. È un po' il gioco delle parti. Bisogna sapersi calare in entrambe le situazioni. Se si vuole far pensare di far crescere un movimento non bisogna pensare esclusivamente ai propri interessi. Se sono un allenatore di club devo pensare a far vincere la mia squadra e quindi faccio giocare quelli che ritengo mi diano più garanzie, che siano italiani o stranieri poco importa. Facendo questo è chiaro che la coperta è sempre corta e far crescere un movimento e dei giocatori diventa un po' complicato - concluso l'ex ct azzurro -. Se si dà spazio ai giovani e poi questi sbagliano e si perdono le partite, arrivano le critiche".
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