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Milan, ag. Musacchio: “Deluso dalla panchina, nessun colloquio con il club. Rinnovo? Possibile solo ad una condizione”

MILAN, ITALY - SEPTEMBER 28:  Mateo Musacchio of AC Milan celebrates his goal during the UEFA Europa League group D match between AC Milan and HNK Rijeka at Stadio Giuseppe Meazza on September 28, 2017 in Milan, Italy.  (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Le parole dell'agente di Mateo Musacchio, Marcelo Lombilla, relative al futuro del suo agente

Mediagol93

Parola all'agente di Musacchio.

Un futuro tutto da decifrare per Mateo Musacchio, scavalcato nelle gerarchie dall'ex Palermo Simon Kjaer: partner del capitano Alessio Romagnoli e titolare inamovibile nello scacchiere di Pioli. A soffermarsi sull'argomento è l'agente dell'argentino, Marcelo Lombilla, espressosi ai microfoni di "MilanNews.it" sul futuro del suo assistito.

“E’ con suo fratello a Milano, perché prima che dichiarassero la quarantena in Italia ha mandato la famiglia in Spagna, quindi è da solo ma si sta allenando bene. Il club ha inviato ai giocatori un programma per lavorare a casa, nei limiti del possibile sta facendo esercizi con corsa e attrezzi. La stagione? All’inizio stava giocando con continuità e stava migliorando, aveva fiducia in sé stesso, poi ha avuto un infortunio che lo ha fermato. Poi quando era pronto per tornare, l'allenatore non lo ha più messo in campo e questo l’ha abbattuto mentalmente. E' stata una scelta dell'allenatore. Quando Mateo si è fatto male il tecnico ha messo Kjaer al suo posto, poi una volta che Musacchio è tornato ha fatto giocare Gabbia. Sono messaggi che un giocatore recepisce, incertezze che portano mancanza di fiducia”.

Inevitabile la parentesi relativa al suo futuro: "Se il Milan ci vuole, e credono di avere un giocatore che vale la pena tenere, allora rimarremo. Se invece dovremo andare via lo faremo. Al momento non ho avuto colloqui, è una situazione confusa per tutti. Vedremo cosa succederà più avanti. Rinnovo? L'intenzione deve esserci al 100% da entrambe le parti ovviamente. E' molto complicato quando uno dà il massimo, si sforza per dimostrare di valere i soldi per cui viene pagato, dà tutto e poi ti infortuni per un sovraccarico, perché l'allenatore te lo chiede, e perché la squadra ha bisogno visto che non c'era nessuno. Ti fermi 3 partite, torni e sei in panchina, sei il terzo nelle gerarchie in difesa. Un anno perché è arrivato Bonucci ed era Bonucci, poi Caldara e per la stampa italiana doveva giocare sempre, veniva scritto tutti i giorni, lo leggevo tutti i giorni e so che effetto fa nella testa di un giocatore. Adesso ti fai male, torni e sei il terzo nella tua posizione, c'è un po' di malessere in questo senso perché non è giusto, ma sono scelte del mister e vanno rispettate”.