Francesco Acerbi a gamba tesa.
serie a
Lazio, Acerbi: “Centri sportivi più sicuri dei parchi. Il Governo ci spieghi, vogliamo risposte”
Le parole del difensore della Lazio, Francesco Acerbi, relative alle ultime scelte del Governo inerenti la "Fase due"
La Lazio scende ancora in campo per analizzare lo spinoso tema relativo alla ripresa dei campionati. A dire la sua - dopo Tare e Parolo - anche il capitano biancoceleste Francesco Acerbi, soffermatosi sulla decisione del Governo di posticipare gli allenamenti al 18 maggio per gli sport collettivi ai microfoni di "Lazio Style Radio".
“Io sono un calciatore, cerco di farlo bene negli allenamenti e in partita. Non voglio fare polemica, ma c’è una cosa che non mi quadra ed è evidente. Penso di parlare anche per tutti gli altri calciatori: possiamo andare a correre nei parchi e non nel centro sportivo, con campi, spogliatoi e tanta possibilità di essere distanti. Abbiamo margine di distanza, di sicuro più che nei parchi. La situazione non quadra a me e, da quel sento, anche agli altri giocatori. Va bene andare al parco, ma è molto più sicuro nei centri sportivi. Normale che se il Governo dice che non possiamo andare al campo, ci arrangiamo in quello che possiamo. Abbiamo Formello con tanti campi, magari ci possiamo allenare ad ore diverse senza vedersi con gli scarpini da calcio. Correre lì diventa importante per noi. C’è la distanza di sicurezza, non va contro il decreto. Siamo perplessi e sbalorditi. Penso di parlare a nome di tutti i calciatori e sportivi".
“Siamo abituati - ha continuato Acerbi - ad allenarci in un certo modo, alla competizione, all’adrenalina e agli obiettivi. Stando in casa, è normale sentirsi così. C’è la possibilità, in sicurezza, di andare nei centri sportivi senza trasgredire le regole, non vedo il motivo per non farlo. Non è una polemica, ma vorrei solo capire il perché di questa scelta. Se poi ci danno una risposta perché sì al parco e non al centro sportivo, capisco. Serve un perché adeguato. Potrei anche non essere d’accordo, ma dire che decide il Governo e sto zitto. Nessuno vuole andare in gruppo o fare partitelle. A Formello abbiamo la fortuna di avere tanti campi e tanti spogliatoi. Si possono fare anche i turni e stare uno-due a campo in dieci ore di luce. Anche perché puoi fare solo corsa in una mezz’ora. C’è tempo e voglia di fare tutto in sicurezza. Vogliamo delle risposte su questa scelta. Non sono cose nostre, decidono ai piani superiori, ma vogliamo capire il perché. Nessuno vuole andare contro il Governo, c’è di mezzo la salute, i morti. Ma vogliamo un perché. Non c’è intenzione di fare serate e chissà cosa, ma solo il nostro lavoro".
Chiosa finale sul sistema calcio: “Il calcio è un’industria, lo sport più amato. Normale che ci sia più voglia di riprendere. Vogliamo ripartire nel momento adatto con rispetto della legge ma anche della gente. Ci sono tanti morti, ed è giusto mettersi anche nei panni di chi non ha lavoro, di chi è in difficoltà. Il calcio però è un’industria, normale che si allunghino i tempi per cercare di ripartire. Sempre tutto in sicurezza. Adesso diventa dura senza allenamenti dal 4 maggio. Dal 18 poi, non ci sarà tempo per ritornare a giocare. Siamo in casa, è stressante a livello mentale. Ci si allena, ci si tiene in forma, ma con la testa è dura. Finire il campionato è difficile e pensare subito alla prossima stagione dopo due settimane lo sarà ancora di più. In questo periodo non abbiamo staccatp, anzi. Ci alleniamo, c’è questa situazione in ballo, bisogna farsi trovare pronti. Non siamo in vacanza. Se dovremmo ripartire subito ad agosto, lo faremo. Se c’è una possibilità di allenarsi senza andare contro la legge, non vedo il problema. Ci alleniamo perché, magari, si ripartirà in campionato".
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