Parola a Mario Sconcerti.
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Juventus, Sconcerti gela Agnelli: “Le sue considerazioni sull’Atalanta in Champions League? A volte è meglio stare zitti…”
Il del noto giornalista, Mario Sconcerti, stigmatizza le considerazioni del numero uno bianconero in merito ai criteri di accesso alla Champions League
Il noto giornalista italiano, intervenuto ai microfoni di TMW Radio nel corso del format "Maracanà", ha rilasciato alcune dichiarazioni importanti in merito al delicato momento del calcio italiano alle prese con l'emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus.
Dopo il rinvio di ben sei match, questa settimana la Serie A dovrebbe finalmente ritornare a giocare, seppur a porte chiuse. In particolare, domenica 8 marzo verra finalmente disputato l'atteso big match tra Juventus e Inter, con inizio alle ore 20:45. Le due compagini, proprio nel corso del Derby d'Italia in quel di Torino, si giocheranno buona parte delle rispettive chance scudetto. E l'editorialista de Il Corriere della Sera si è soffermato nella fattispecie proprio sulla sfida dell'Allianz Stadium: "Credo che Eriksen debba farsi vedere sempre di più, me lo aspetto in campo. Mi aspetto più il danese che la Juve, perché di occasioni ne ha avute. La Juve sta giocando sempre peggio, forse ha difficoltà strutturali. E' da tanto tempo che la Juve stenta ad esprimersi. Emergenza Coronavirus? I giocatori sono uomini, sanno le difficoltà che stiamo attraversando. La nostra è una situazione più complicata rispetto alla Cina. Credo che anche i giocatori abbiano capito. Vedremo quanto pesa la preoccupazione, non l'allarmismo, per i giocatori. Perché sono quelli che possono seguire meno le regole stabilite".
"Le dichiarazioni rilasciate da Andrea Agnelli sull'opportunità della partecipazione dell' Atalanta alla Champions League? Se non si hanno risposte, meglio stare zitti, diceva un filosofo - ha proseguito Sconcerti -. Agnelli ha perso un'occasione, perché la storia che cos'è? La Juve ha una storia molto particolare, nasce nel '99 ma vince nel 1927. La Juve nacque poverissima. Il Milan è stato 40 anni senza vincere un campionato. Il calcio è basato sugli investimenti, ma sono cose rischiose, che determinano la qualità e la bravura di un investitore. Bisogna investire bene, quindi il rischio dell'investimento deve esserci anche nel calcio. E poi parliamo di uno sport, dove comandano i risultati. Se si dovesse fare una Champions bloccata, credo che sarebbe un grande rischio anche per la gente e la manifestazione stessa. Non si deve mai dimenticare che chi finanzia l'evento è la televisione, ossia tutti noi, non solo certi tifosi. Che uno nasca ricco e debba morire ricco non è giusto. Le cose per diritto non sono corrette", ha concluso.
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