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Juventus, Cobolli Gigli: “Paratici-Nedved? Niente stile e furbizia. Suarez, Marotta e CR7, ora parlo io”

Le parole dell'ex presidente bianconero tra passato e presente

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“Sono tranquillizzato dopo quello che ho visto nelle ultime gare della Juve. Contro il Torino è venuta fuori una vittoria non meritata; mentre con il Barcellona è venuta fuori una vittoria che non va trascurata, anche evitando errori in difesa. Può darsi che la vittoria col Toro abbia dato carica, quella con il Barcellona può aver dato certezze".

E' un Cobolli Gigli scatenato quello intervenuto sulle frequente di "Radio Punto Nuovo" - nel corso del format Punto Nuovo Sport Show. L'ex presidente della Juventus, tornato a parlare della "Vecchia Signora", si è espresso con toni tutt'altro che teneri sull'attuale dirigenza bianconera soffermandosi in particolare su Pavel Nedved e Fabio Paratici. 

"Stile Juve? Non so dove sia finito. E non so neppure dove sia la furbizia: si fanno sentire da tutti in uno stadio vuoto. Una frittata che non dovevano combinare. Sono stato sempre critico nei confronti di Paratici. Nedved non adatto come vice-presidente".

Inevitabile la parentesi relativa al caso Suarez: "Se vogliamo parlare delle superficialità della vicenda di Perugia, parliamone e sono con la S maiuscola. Cuadrado, a metà settembre, ha fatto un esame di italiano e l’esito deve ancora arrivare: non capisco come sia arrivata l’immediata approvazione per l’esame di Suarez.

"Il presidente Agnelli - ha continuato Cobolli - sa quello che vuole e si vede che gli vanno bene questi dirigenti. La Juve vive una situazione opaca, poco trasparente. Paratici e Nedved dovrebbero leggere la storia della Juventus, dell’Avvocato Agnelli, di BonipertiQuesta Juventus si è impastoiata nei rapporti con gli ultras e nella superficialità dei suoi dirigenti. L’ufficio stampa invita i media a non contattarmi. Sono vissuto come un rompicoglioni."

Chiosa finale sull'affare Ronaldo: "Quando è arrivato Ronaldo ero un po’ perplesso per i costi e speravo in una crescita dei ricavi che coprisse questa crescita dei costi. Se non vinci la Champions o i ricavi commerciali non arrivano, è ovvio che una società come la Juve perda 90-100 milioni. Per me non è famiglia Agnelli, è famiglia Elkann. L’uscita di Marotta dalla Juve mi sembra di capire che sia avvenuta per l’affare Ronaldo: Marotta non avrebbe urlato in quel modo in uno stadio, questo è sicuro”.