serie a

Inter, senti Wilmots: “Lukaku top, chi non riconosce sue qualità è cieco. Conte? Non sorprende…”

Le parole dell'ex tecnico del Belgio sull'attaccante nerazzurro

Mediagol93

Parola a Marc Wilmots.

Sempre più protagonista e decisivo, Romelu Lukaku, è ormai una pedina imprescindibile nello scacchiere di Conte. Lo sa bene l'ex giocatore e allenatore del Belgio Marc Wilmots che, durante un'intervista concessa ai microfoni di "Fanpage.it", ha esaltato il talento nerazzurro svelando qualche chicca legata ai Mondiali del 2014.

"Ai Mondiali in Brasile siamo stati eliminati dall’Argentina. Avevamo un’idea chiara. Volevamo sviluppare una squadra per il futuro perché vedevo tante qualità in quella Nazionale. E predicavo calma e pazienza. Soprattutto nei confronti di un giocatore. Sì. Parlo proprio di lui. All’epoca era un ventenne ma avevo già notato le sue qualità. Qualcuno criticava la sua mancata concretezza ma dicevo che avrebbe solo avuto bisogno di tempo. Oggi  è diventato il miglior centravanti del mondo insieme a Lewandowski. Chi non ne riconosce le qualità è cieco! Non vuole mai smettere di imparare. Guadagna sempre la posizione mettendoci tutto il fisico e si gira sul piede che gli fa da perno in modo da abilitare il suo sinistro. Questo dimostra il suo livello. Credo che mi supererà, quanto a gol, nel prossimo mondiale. Quando allenavo il Belgio il mio obiettivo era questo: formare giocatori che potessero migliorarsi e crescere". 

Chiosa finale sull'importanza di Conte nella crescita di Lukaku: "Non sono sorpreso. Già nel 2016 Conte ne rimase affascinato quando abbiamo affrontato la sua Italia. Lui poi è un tecnico capace di tirare fuori il meglio dai propri attaccanti. Pensate a cosa ha fatto con Pellé. Allenando quotidianamente era ovvio che riuscisse ad avere certi risultati con Romelu. Gli attaccanti vanno messi in condizione di dare il meglio. La stessa cosa è successa a Mertens al Napoli. Lui e il Napoli sono fatti l’uno per l’altro. Si danno tanto a vicenda. Mio figlio giocava nell’Avellino e capisco la passione dei napoletani per il calcio, è una cosa viscerale, mi fa venire la pelle d’oca. Per Dries è importantissimo che si sia adattato fin da subito imparando la lingua e conoscendo da vicino la cultura della città".