Il crescente numero dei contagi in Italia e in massima serie ha portato la Lega A a prendere una decisione ben precisa sulla capienza degli stadi: ridurne il numero a 5 mila spettatori. Una decisione commentata dal direttore della clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, durante un'intervista concessa ai microfoni di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1.


l'intervista
Riduzione capienza stadi, Bassetti: “Un’assurdità. Decisione cervellotica”
l primario del San Martino di Genova: "La riduzione a 5000 spettatori negli stadi, senza valutarne la capienza, è stato un errore"
"La riduzione a 5000 spettatori negli stadi, senza valutarne la capienza, è stato un errore, difficile da digerire per chi si è vaccinato e si è fatto un abbonamento per seguire la sua squadra del cuore. Si colpisce come sempre il calcio senza una logica, gli stadi sono luoghi sicuri se si applicano le solite regole, mi sembra un atteggiamento cervellotico in questa fase della pandemia".
Bassetti si è poi soffermato sul modello inglese: "Perché gli inglesi hanno gli stadi pieni e i tedeschi no? Gli inglesi hanno scelto una strategia pragmatica, con un atteggiamento diverso sin dall'inizio, anche perché dopo due settimane di proibizione, alla terza c'è la rivoluzione, a differenza di quanto accade da noi o in Germania. È giusto tendere all'atteggiamento britannico, una via di mezzo che poteva essere quella italiana, ma la pancia ha prevalso sulla testa. Sarei rimasto a come eravamo".
Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, ha detto recentemente che, con un così alto tasso di vaccinati, i giocatori con la febbre dovrebbero stare a casa e gli altri no: "Sarri ha colto nel segno. Nel gennaio del 2021 dissi che i calciatori dovevano essere vaccinati tra i primi per dare un esempio e perché a rischio. Il calcio è un settore che dovrebbe avere la vaccinazione obbligatoria, per cui se si hanno dei sintomi si sta a casa, ma senza evitiamo di fare milioni di tamponi. Usciamo da questa logica persecutoria dei tamponi che rischia di portare al blocco dei campionati e di tutta l'Italia".
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