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l'intervista

Scommesse, Corona: “Calcio italiano potrebbe chiudere. Serie B? Coinvolti giocatori”

Corona Calcio Scommesse
Fabrizio Corona dà la sua versione dei fatti in merito allo scossone che sta travolgendo in queste ore l'intero movimento del calcio italiano.
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Fabrizio Corona dà ancora una scossa al calcio italiano. Il noto personaggio televisivo è intervenuto ai microfoni di "Radio Radio", spiegando la sua versione dei fatti. "Avrebbero aspettato le partite dell’Italia prima di intervenire, se non avessimo anticipato la notizia su Dillinger News", sostiene con fermezza Corona riferendosi all'intervento degli agenti di polizia a Coverciano nel pomeriggio di ieri.

"Sono andati a Coverciano - prosegue Corona - a parlare con Tonali e Zaniolo solo perché stiamo facendo la più grande inchiesta calcistica da trent’anni a questa parte, che coinvolge giocatori, procuratori, società, procure, che potrebbe far chiudere il calcio italiano".

L'imprenditore italiano ha pochi dubbi: "Ci sono squadre che rischiano di retrocedere, la Nazionale è già mezza smantellata. Sto indagando parallelamente alla Procura e su alcune cose ne so più di loro. Tutti mi hanno infamato ad agosto quando ho parlato di Fagioli, ora si è autodenunciato. La Juventus ha omesso di dichiarare alla Procura che sapeva che lui scommetteva, quindi i bianconeri hanno commesso un illecito disciplinare".

Sulla su fonte: "Ci sono due procure impegnate sulla vicenda, non solo quella di Torino, ma per ora non posso dire di più, è una cosa troppo grave. La mia fonte di origini peruviane? Non è assolutamente vero, è una c…a enorme, è una fonte italiana. Fate attenzione a tutte le fake news che gireranno adesso, così è troppo semplice buttare tutto nel calderone".

Chiosa di Corona in merito a quali calciatori possano risultare coinvolti nella vicenda delle scommesse: "Quanti giocatori di Serie A sono coinvolti? Un bel po’. Di Serie B e Serie C, non ne parliamo proprio. La cosa grave è che qui non siamo ai tempi di Vallettopoli e altre cose del genere, parliamo di bravi ragazzi. Non lo fanno per soldi, lo fanno per adrenalina, è una malattia. Siamo a livelli di una ludopatia gravissima, gente che si gioca milioni di euro con quello che guadagna non è normale”.

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