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CASO SCOMMESSE

Caso Scommesse, Eusebio Di Francesco: “Ecco cosa ho detto a mio figlio Federico”

Roma-Frosinone
Le dichiarazioni rilasciate dal tecnico del Frosinone, padre dell'attaccante del Palermo Federico Di Francesco.
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"Ho scelto Frosinone perché serviva un posto giusto per il mio anno zero". Lo ha detto Eusebio Di Francesco, intervistato ai microfoni del "Corriere dello Sport". Diversi i temi trattati dal tecnico del Frosinone, protagonista di un brillante avvio di stagione in Serie A: dalla scelta di accettare la corte del patron Maurizio Stipe, al caso scommesse, con l'inchiesta che la Procura di Torino sta svolgendo su piattaforme di scommesse illegali che vede coinvolti al momento Nicolò Fagioli e Sandro Tonali.

FROSINONE -"Qui ci sono le persone giuste, a cominciare dal direttore Angelozzi che mi conosce dai tempi del Sassuolo. Sono felice, finalmente. Non significa non percepire lo stress dell’obiettivo, per carità. Significa calarsi con naturalezza e spensieratezza nell’ambiente in cui si allena, seguendo valori condivisi. Siamo soddisfatti. Ed è bellissimo vedere la tifoseria entusiasta: mille persone ci seguiranno domenica a Bologna. Ma voglio che passi questo messaggio: umiltà e lavoro devono restare i punti fermi del nostro modo di ragionare. Altrimenti sarà impossibile centrare la prima storica salvezza del nostro club in Serie A. Stiamo creando un bel gruppo e i risultati si vedono. Ma è solo l’inizio", le sue parole.

CASO SCOMMESSE -"È una faccenda seria, sociale: i calciatori sono uomini, innanzi tutto. Quanto a Federico, gli ho sempre ricordato che ha avuto una grande fortuna a giocare a calcio. È un’occasione che non si può sprecare. Il risultato è che lui non sa nemmeno giocare a carte e preferisce leggere, cosa che mi rende molto felice. Ma bisogna anche fare un distinguo: non c’è niente di male ad andare al casinò una volta ogni tanto. L’ho fatto anche io. Il pericolo è additare dei ragazzi, dei professionisti, di una colpa che non hanno. Quindi stiamo attenti. Il problema è la ludopatia, non la partita a poker con gli amici. Se ho mai incontrato un mio calciatore che giocava? No. Almeno non ho mai avuto certezze in merito. Però un giorno feci un discorso nello spogliatoio perché mi erano arrivate delle voci. Urlai che se la partita fosse finita come si diceva in giro, avrei denunciato tutti. Invece è andata diversamente. È stata la prima e unica volta in cui sono stato contento di avere perso", ha concluso Di Francesco.

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