"So bene come vanno queste faccende legate ai tribunali: ho detto ai ragazzi sin da subito di riattaccare la spina".
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Salernitana-Venezia, Calaiò: “La salvezza è la nostra Champions League. Palermo? Ero certo che…”
Le dichiarazioni rilasciate dall'attaccante della Salernitana alla vigilia della finale d'andata dei playout di Serie B
Parola di Emanuele Calaiò. L'attaccante della Salernitana, approdato in quel di Salerno lo scorso 31 gennaio dopo i cinque mesi di squalifica scontati per tentato illecito sportivo quando indossava la maglia del Parma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Venezia.
Nella serata di domani, infatti, andrà in scena il match valido per la finale d'andata dei playout di Serie B: fischio d'inizio alle ore 20.45 allo Stadio "Arechi", mentre la gara di ritorno è in programma il prossimo 9 giugno allo Stadio "Pier Luigi Penzo".
"Abbiamo fatto un comunicato qualche giorno fa in cui esprimevamo solidarietà al Venezia. È inevitabile che quando finisci un campionato, non sapendo date e obiettivi, ti viene istintivo staccare un po’ la spina. Ma l’anno scorso è successo quello che è successo, sono stato squalificato e so bene come vanno queste faccende legate ai tribunali, per cui ho detto ai ragazzi sin da subito di riattaccare la spina. Ero convinto che avremmo dovuto giocare, così come è stato dato l’avvio ai playoff. A me è stato dato uno sconto, pensavo che col Palermo avrebbero fatto lo stesso e così è stato", sono state le sue parole.
"Sicuramente i programmi e i progetti erano diversi all’inizio dell’anno, è normale che ci sia delusione da parte dell’ambiente e noi per primi ci prendiamo la responsabilità di tutto. Detto ciò, bisogna cancellare quello che è stato. Abbiamo vissuto un’annata particolare, ricordo che quando giocato a Catania avevamo una squadra più forte di quelle dove ho giocato e dove ho vinto campionati, eppure stavamo quasi retrocedendo: le annate strane ci sono ma dobbiamo resettare tutto. Come portavoce della squadra dico che sappiamo che in questa stagione disastrosa abbiamo l’opportunità di risollevarci e fare qualcosa di straordinario per riabbracciare la tifoseria. Saranno due partite in cui moduli e tattiche conteranno poco. È tutta questione di testa, si salva chi sta bene mentalmente e lotta col cuore, con orgoglio. Finire un campionato e giocare dopo 25 giorni, dopo tutto quello che è successo, è difficile, però non abbiamo mai smesso di allenarci e penso che dobbiamo compiere la missione soprattutto per noi perché solo io so come abbiamo sofferto. Tutti vogliamo finire la stagione nel modo migliore e vorrei il sostegno di tutti", ha proseguito il centravanti originario di Palermo.
"E' normale che quando non riesci a sbloccare la partita ti viene l’ansia, è stato quello il nostro problema. Sarà fondamentale non prendere gol, cosa accaduta spesso nelle ultime gare: non ci sono altre dieci partite dopo, serve una partita maschia e tosta per avere la possibilità di andare a Venezia con due risultati su tre a disposizione. Questa settimana ci siamo allenati bene, con un obiettivo ben in vista. Per noi la salvezza è la Champions League. Tutti noi dobbiamo dare tutto quello che abbiamo dentro e cacciare gli attributi. Qualche giocatore ha detto che sarebbe bellissimo giocare sempre contro la Salernitana, come per dire che siamo la squadra materasso. Sentendo queste parole ad ognuno di noi dovrebbe scattare qualcosa che ci faccia andare in campo con gli occhi pieni di rabbia. Un un pizzico di paura è inevitabile, ma ce l’ha pure il Venezia, è umano. Si può retrocedere. Servirà gente con la testa lucida, a cui non scotti la palla tra i piedi. Possiamo solo promettere massimo impegno. Emotivamente, giocarsi una promozione o una salvezza, non cambia nulla: è chiaro, però, che se ti giochi la Serie A e perdi, magari ci rimani male ma resti in B. Sono partite da uomini, serve anche spavalderia. Spero che il gruppo abbia recepito l’importanza delle partite. Io capitano? E’ sempre stato Schiavi, quando non ha giocato lui è stato Pucino ma io dico queste parole a prescindere, nelle ultime settimane sono sempre venuto a parlare io perché ci metto la faccia sempre, l’ho fatto anche in altre squadre. Ho 37 anni e preferisco che a prendere qualche patata bollente sia io piuttosto che altri. Mercoledì tutti devono essere capitani in campo", ha concluso Calaiò.
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