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IL VALORE DELLA BELLEZZA

Zeman: “La bellezza non ha prezzo”. Il sogno del ritorno a Palermo, Zemanlandia e…

Foggia
Zdeněk Zeman e Palermo, due strade mai più incrociatesi

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Di Anthony Massaro

"E così, mentre l'Italia pallonara dimenticava in fretta gli scandali e si riversava in piazza per la vittoria dei Mondiali di Spagna 82' esultando con Pertini, io preparavo le valigie per lasciare Palermo. Ero convinto che sarei tornato prima o poi ad allenare la prima squadra, coronando un sogno, ma nonostante tanti contatti, soprattutto all'epoca della presidenza Zamparini, non è mai successo."

Si conclude così la pagina numero quarantaquattro dell'autobiografia di Zdeněk Zeman (La bellezza non ha prezzo), dedicata alla "piccola Olanda rosanero", brillante ed armoniosa squadra primavera del Palermo, guidata dal boemo nei primi anni 80'. Un addio in attesa che diventasse arrivederci, rimasto tale. Probabilmente, con la speranza del mister cecoslovacco di regalare gioia ed entusiasmo attraverso il suo calcio ad una città come quella del capoluogo siciliano capace di elargire amore, ospitalità e calore ad un curioso giovane nativo di Praga, fuggito dall'oppressione comunista degli anni sessanta vissuta in Repubblica Ceca.

Palermo: città meridionale dall'elevato blasone calcistico a non aver potuto godere della bellezza donata dalla ben nota Zemanlandia. Un sistema di gioco ideato da Zeman e riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, per l'incredibile magnificenza sportiva offerta. Filosofia di calcio prettamente offensiva, basata su dei principi imprescindibili sviluppati nel 4-3-3 utilizzato dall'ex Foggia. A partire dalla costruzione dal basso attraverso il portiere fino alle verticalizzazioni immediate dei centrocampisti per gli attaccanti, passando per i tagli verso l'interno degli esterni, triangolazioni veloci e sovrapposizioni dei terzini. Fino al collettivo, sempre corto, con partecipazione corale e baricentro sbilanciato in avanti. Una macchina perfetta, apprezzata e riconosciuta da appassionati ed innamorati viscerali dello spettacolo calcistico.

Divisivo nel pensiero, rigido, di poche parole ma sempre attaccato ai suoi principi filosofici: andare a caccia del merito sportivo attraverso la trasmissione di bellezza ed armonia del gioco, spesso non sufficienti a garantirgli grandi esiti, come indica anche il palmares di Zeman, costituito da sole due Serie B conquistate tra Pescara e Foggia. D'altro canto, il segno ed i valori inoculati nei cuori e nelle menti degli appassionati delle piazze privilegiate dalla presenza del tecnico ceco rappresentano una pezzo pregiato che va oltre i trofei alzati al cielo.

Zeman: “La bellezza non ha prezzo”. Il sogno del ritorno a Palermo, Zemanlandia e…- immagine 2

 

Zdeněk Zeman ha guidato diversi calciatori di alto lignaggio sotto il profilo della tecnica individuale e delle capacità balistiche. Con competenza, acume e personalità, il tecnico boemo ha concretamente contribuito al processo di formazione e crescita di talenti cristallini ma bisognosi di completare il proprio bagaglio tattico e mentale per compiere il definitivo salto di qualità. Nel corso delle sue quattro esperienze sulla panchina del Foggia, l'ex allenatore rossonero ha scrutato da vicino la classe sopraffina di Lorenzo Insigne poi ritrovato anche in quel di Pescara ed intravisto talenti iconici nei profili di Giuseppe Signori e Roberto Rambaudi. I salti di qualità sulle panchine di Roma e Lazio - forgiando talenti di livello internazionale - dal calibro di Marco Di Vaio, Pavel Nedved, Marco Delvecchio, Cafu, Vincent Candela, Alessandro Nesta ed Eusebio Di Francesco. Senza dimenticare l'amore viscerale per Francesco Totti.

Zeman: “La bellezza non ha prezzo”. Il sogno del ritorno a Palermo, Zemanlandia e…- immagine 3

 

Se l'esperienza di Foggia è stata particolarmente armoniosa e soddisfacente, altrettanto lo è stata quella di Pescara tra il 2011 ed il 2012, che ha rappresentato un capitolo estremamente positivo della carriera di Zeman. Avventura suggestiva e totalizzante, sotto il profilo umano e professionale per il boemo che valorizzò l'intero organico del Delfino, tra cui proprio Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti.

Una carriera trascorsa prevalentemente in Italia tra città emananti di calore e passione, in cui la proposta tecnica espressa veniva idolatrata a prescindere dal risultato finale. Così Zeman ha cercato di rivoluzionare il calcio e l'Italia, dalla piccola provincia di Licata in Sicilia, fino ai grandi palcoscenici capitolini, passando per piazze passionali come quelle di Avellino, Salerno, Messina, Lecce e Cagliari - aggiungendo al proprio bagaglio d'esperienze anche quelle con Brescia e Parma.

Oggi Zdeněk Zeman è in cerca di una nuova panchina da cui ripartire, ma molto probabilmente l'occasione di sedere sulla quella del "Renzo Barbera" rimarrà un piccolo sogno nel cassetto, rimasto chiuso dalla casuale forza di provare amore per una città di cui non è mai riuscito ad essere reale condottiero.

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