Gravissimo lutto per Francesco Totti.
serie a
Totti: “Futuro alla Roma? Rispondo così. Spalletti cercava il litigio. Potrei ancora giocare, guardate Ibra…”
Le dichiarazioni rilasciate dal capitano della Roma a Vanity Fair
Lo scorso 12 ottobre, il simbolo indiscusso della Roma ha perso il padre, Enzo, scomparso all'età di 76 anni. Ricoverato all'ospedale Spallanzani e già affetto da gravi patologie, Enzo Totti era risultato positivo al Coronavirus. Grande tifoso e appassionato di calcio, il papà dell'ex capitano e dirigente della Roma aveva trasmesso al figlio l'amore per il calcio ed in particolare proprio per i giallorossi.
"Quando da piccolo mi chiamavano lo gnomo e non mi volevano far giocare con quelli più grandi, papà insisteva. Loro cedevano, poi mi vedevano giocare e volevano rifare le squadre. Io zitto, muto, ma orgoglioso. Papà, forse, ancora più di me". Lo ha raccontato lo stesso Francesco, intervistato ai microfoni di Vanity Fair prima della scomparsa del padre. Ma non solo; il classe 1976 è tornato a parlare della possibilità di ricoprire un giorno un ruolo nella Roma di Dan Friedkin. "Il mio domani nella Roma? Ad oggi non ci penso. Ho un’agenzia di scouting, curo i ragazzi, mi diverto. Sono contento e faccio quello che mi piace", sono state le sue parole.
SPALLETTI -"Voglio fare una premessa: l’allenatore sceglie chi mettere in campo in totale autonomia. Io non mi sono mai permesso di mettere in discussione le sue scelte. Poi c’è un discorso di umanità: io mi impegnavo e lui cercava la provocazione, la rottura, il litigio. Capii in fretta che in quella situazione sarebbe stato impossibile continuare e così, per la prima volta in 25 anni di Roma, mollai. Se gli stringerei la mano? Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno".
FUTURO -"Potrei fare ancora la mia figura, magari non per tutte le partite, ma potrei. Credete che Ibra corra ancora come ieri? No, ha 39 anni, eppure regge ancora l’attacco del Milan. Io sogno ancora il calcio di notte: a volte il Passato, altre il futuro. Io allenatore? Sono troppo buono e poi avrei un problema: vorrei far giocare tutti. Sono stato calciatore, so cosa pensano del tecnico quelli che vanno in panchina. Dovrei diventare severo, aspro, antipatico. Se non ci nasci, figlio di m..., non ci diventi. La mia più grande paura? Solo una cosa: morire. Prima o poi tocca a tutti", ha concluso Totti.
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