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Roma, Iturbe: “Se muoio e resuscito torno in giallorosso. Ecco perché non sono andato al Genoa”

ROME, ITALY - NOVEMBER 29: Juan Iturbe of AS Roma in action during the Serie A match between AS Roma and Atalanta BC at Stadio Olimpico on November 29, 2015 in Rome, Italy.  (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

L'ex attaccante della Roma ha espresso la sua voglia di ritornare in Italia

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Il sogno di Juan Iturbe.

L'attaccante paraguaiano si era messo in luce nei suoi primi anni in Italia, dove con la maglia del Verona aveva realizzato otto reti in due stagioni mettendo in mostra tutte le sue abilità: velocità, grande capacità nel dribbling e un mancino letale anche dalla lunga distanza. Il classe '93 aveva così attirato le attenzioni dei top club italiani, e alla fine a vincere l'asta per il suo cartellino era stata la Roma, la quale aveva sborsato circa 25 milioni di euro ai gialloblù per aggiudicarsi le sue prestazioni.

Iturbe non è però riuscito a mantenere gli stessi standard qualitativi avuti al Verona, e dopo una breve parentesi infelice al Torino, era stato venduto in Messico, al Club Tijuana. Quest'anno il suo nome è stato accostato al Genoa, ma la trattativa è poi saltata e il giocatore ha dunque deciso di trasferirsi al Pachuca.

Nel corso di una diretta Instagram sul profilo di Gianluca Di Marzio, noto giornalista di Sky Sport, Iturbe ha spiegato perché non è ritornato in Italia: "Non sono andato, ma era tutto pronto. Avevo anche l'autorizzazione della squadra. Il prestito era stato accettato e il mio procuratore ha detto anche di avere l'autorizzazione della squadra. La formula? Prestito gratuito per un anno con una clausola da 4 milioni. Stavo bene fisicamente, ma era l'ultimo giorno di mercato e mettere un altro in rosa era difficile".

Il suo sogno rimane però sempre quello di tornare in Italia, magari per cercare un riscatto con la Roma o per ritornare nella sua prima squadra, ossia il Verona: "Il mio desiderio è tornare in Italia. Il paese vive un periodo di difficoltà? Non importa. A Roma ero un un ragazzino felice, volevo giocare bene e mi allenavo tantissimo. Noi eravamo secondi e la cosa più importante era la qualificazione in Champions. Ho mantenuto buoni rapporti con tutti. Se muoio e resuscito, torno alla Roma".