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Roma, i segreti di De Rossi: “Io e Totti, liti e silenzi. Spalletti? Ci siamo scannati”. E sul ritiro…

BUENOS AIRES, ARGENTINA - AUGUST 18: Daniele De Rossi of Boca Juniors looks on during a match between Boca Juniors and Aldosivi as part of Superliga 2019/20 at Estadio Alberto J. Armando on August 18, 2019 in Buenos Aires, Argentina. (Photo by Marcelo Endelli/Getty Images)

Le parole dell'ex centrocampista giallorosso, Daniele De Rossi, relative al suo addio alla Roma

Mediagol93

Daniele De Rossi non dimentica la Roma.

Un passato glorioso in giallorosso, culminato con un burrascoso divorzio avvenuto lo scorso maggio dopo il veto posto dal club capitolino sul rinnovo del suo contratto. Sono trascorsi sei mesi dalla conferenza stampa di addio di Daniele De Rossi, storica bandiera della Roma trasferitasi a Buenos Aires lo scorso 26 luglio per cominciare una nuova avventura lontano dalla Serie A, e più precisamente al Boca Juniors. Un'esperienza breve, quella dell'ex mediano giallorosso con la maglia degli Xeneizes, ritiratosi dal calcio giocato solo un mese fa. Un argomento su cui lo stesso Daniele De Rossi si è soffermato a parlare durante un'intervista concessa ai microfoni di "GQ Italia".

"Il mio vero ritiro è stato l’ultimo giorno a Trigoria. Uscendo dalla mia camera per andare allo stadio Olimpico ho pensato: è l’ultima volta che chiudi questa porta. E lì mi è parso di tremare. Devastante. Di offerte per continuare a giocare in serie A ne avevo parecchie, ma non ho voluto aggiungere un'altra maglia italiana a quella della Roma, mi pareva di sprecare una storia bellissima. Il Boca è sempre stato un sogno per me è stato un onore. Quando sto bene sarei ancora in grado di giocare nella Roma, nel Boca, ma non succede quasi mai. Ho 36 anni, il fisico è logoro, di soldi ne ho abbastanza: meglio tornare. Si è parlato di gravi problemi di mia figlia Gaia. Non c’è nulla di particolare. Semplicemente ha 14 anni ed è normale che abbia bisogno di avere il papà vicino. Siccome si sa che il rapporto fra me e sua madre ha vissuto momenti faticosi, qualcuno si è immaginato chissà che. L'addio alla Roma? È un periodo che ricordo come un incubo. Mi sentivo come il bambino che assiste ai litigi tra mamma e papà". 

Chiosa finale sul rapporto con Francesco Totti, il tecnico Luciano Spalletti e il ct della Nazionale italiana Roberto Mancini: "Abbiamo giocato vent'anni assieme, ci siamo abbracciati dopo i goal, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate, è capitato di non parlarci per un mese, pure l'anno scorso, ma poi è sempre finita a risate. Vita vera, non recitata. Di Totti le ho detto, con Spalletti ho condiviso tanto, ci siamo pure scannati ma conservo grande stima per lui. Mi infastidiva l'assurdità della situazione: la squadra vinceva eppure Spalletti veniva fischiato, dall'altro lato qualcuno si azzardava a dire che Totti non volesse il bene della Roma. Mancini? Abbiamo un rapporto eccellente. il fatto di non aver lavorato assieme non ha diminuito la stima reciproca, anzi. Fra i discorsi che abbiamo fatto tempo fa, non in gennaio intendo, una porta azzurra era socchiusa".