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Roma, De Rossi: “Sono un privilegiato, ma questo è l’infortunio più grave. Il mio sogno…”

Roma, De Rossi: “Sono un privilegiato, ma questo è l’infortunio più grave. Il mio sogno…”

Daniele De Rossi, attualmente infortunato, racconta del suo passato, del momento che sta vivendo e si esprime riguardo al suo futuro

Mediagol22

Daniele De Rossi ripercorre i suoi trascorsi alla Roma, si esprime riguardo al momento che sta vivendo a causa dell'infortunio e immagina il suo futuro.

Il capitano giallorosso, attualmente ai box a causa di un problema alla cartilagine, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di DAZN:

"Quando ero piccolo avrei firmato in qualsiasi modo per fare la metà delle partite che ho fatto in Serie A, sono un privilegiato. Ho fatto il lavoro che amavo, nella città che amavo, con le persone che amo. Mi pesa guardare sotto il burrone, perché la fine è vicina, soprattutto in questo momento di infortunio, ho assaporato cosa significa stare lontano dalla squadra. So che mi farà male quando smetterò definitivamente di fare questo lavoro. Che manchino sei mesi, un anno, o tre anni, comunque nell’arco di una carriera siamo agli sgoccioli. Questo è l’infortunio più grave della mia carriera. Si parla di cartilagine, ho subito una lesione grave. Sarebbe gravissimo se si dovesse rompere ancora a 35 anni. Ci vuole tempo, ho ripreso a correre e a calciare ma sono ancora indietro".

Il centrocampista ha parlato inoltre del momento che sta vivendo la Roma, dietro alle big nel campionato di Serie A ed in attesa della sfida contro la Juventus, ma qualificata agli ottavi di Champions League, dove sfiderà il Porto:

"La squadra è forte, i nuovi che sono arrivati sono forti. L’errore che abbiamo fatto è stato quello di parlare troppo dei giocatori che sono partiti. Il dolore per quelli che sono partiti rimane ancora oggi, ma doveva essere assimilato in maniera più sciolta. A livello di singoli le cose stanno migliorando e si stanno integrando bene. Abbiamo talmente tanta pressione ultimamente che non viviamo bene l’attesa di Juve-Roma. Abbiamo tanti pesi sulla schiena, siamo in un momento delicato perché sappiamo che dobbiamo fare meglio di quello che stiamo facendo. Siamo tutti sotto osservazione, mister compreso, e lo sappiamo. Vogliamo fare una grande partita più per noi che per l’importanza della sfida stessa. Poi se andiamo nel dettaglio sappiamo che le pressioni non sono solo sulla nostra situazione di gioco, ma anche per l’avversario che avremo, il più forte che c’è. In Champions League il Porto è l’inizio di un sogno e una pagina nera della mia carriera. Sono stato espulso, un rosso che ci ha penalizzato in una gara già complicata un paio di anni fa. È un peso che sento e ho sentito tanto dentro di me. Ora rimane solo l’avversaria che ci divide dalle prime otto di Europa".

Il trentacinquenne, infine, si è espresso riguardo al suo futuro:

"Ho questo sogno di fare l’allenatore e se devo pensare a tutte le cose che deve fare un allenatore, la cosa che mi spaventa di più è quella di dover fare 100 interviste a settimana. Mio padre mi dice che fare l’allenatore è bello, ma è un lavoraccio (ride, ndr.). Lui è un maestro proprio perché non ha avuto mai l’ambizione di diventare il nuovo Guardiola, Sacchi o Mourinho. Da lui posso imparare tante cose, anche come si sta al mondo quotidianamente. Non so se sarò capace ma viaggerò e studierò per imparare".