Allison, estremo difensore della Roma, è stato uno dei protagonisti della stagione giallorossa, collezionando tra i pali 37 presenze.
serie a
Roma, Alisson show: “Dopo i 5 gol di Liverpool notte in bianco. Dieta, palestra e qualche birra…”
Le parole del portiere della Roma Allison, in ritiro con il Brasile al Mondiale 2018
Il portiere brasiliano, obiettivo di mercato di diversi top club, attualmente in Russia al Mondiale 2018, ha parlato del suo ruolo in campo tra le righe del quotidiano 'La Repubblica':
"Sono un gio-ca-to-re. Capito? Uno degli undici, quando si fa la conta. Non quello che si aggiunge, non dieci più uno. Io non mi considero l’ultimo baluardo, quello che sta in porta fermo ad aspettare. Gioco da difensore, partecipo, cerco di fare presenza sugli attaccanti, partecipo al gioco. Li tocco. La tradizione brasiliana è quella di giocare con i piedi. L’Europa da noi in passato ha sempre cercato attaccanti e numeri dieci. Se giocavi in porta voleva dire che eri un asino a pallone. Si cercavano fisici massicci e potenti. Era un ruolo da rifugiato, vivevi la pubblica condanna di essere uno scarto. Il maledetto retaggio di Barbosa che nel ’50 si fece sorprendere dall’Uruguay e che la scontò per tutta la vita. Non è più così: lo hanno dimostrato Taffarel, Dida, Julio Cesar. Ora sono nate le accademie per i portieri. E ci siamo io e Ederson. Devo la mia evoluzione a Taffarel, allenatore dei portieri del Brasile, che stimo molto come uomo e al preparatore Marco Savorani, che nella Roma ha finalizzato le mie caratteristiche. Si è messo dietro la porta e mi ha dato i consigli. Un conto è lavorare con i piedi, un altro è mettersi a disposizione delle necessità della squadra. Indirizzare i tiri dove serve".
Allison è tornato a parlare, inoltre, della gara d'andata della semifinale di Champions League contro il Liverpool, vinta dagli inglesi 5-2:
"Quando io ne ho presi cinque dal Liverpool ho vissuto un’esperienza quasi simile e non ho domito per giorni. Passavo le notti a chiedermi: quale gol potevo evitare? Fortuna che poi rigiochi e puoi riscrivere la storia".
Tra le passioni dell'estremo difensore, però, non c'è solo il pallone:
"Ho le dita lunghe, da pianista. Infatti suono. Anche la chitarra, soprattutto per mia figlia. Adoro i gospel e la musica country. E in famiglia abbiamo un certo dna: mio fratello Muriel è portiere, mio papà giocava per divertimento nello stesso ruolo, e mia mamma viene dalla pallamano. In casa mi sono fatto una palestra. Curo il mio fisico, sono a dieta. Anch’io mi sono fatto consigliare dal nutrizionista di Messi. Bevo mate, infuso caldo, ma mi concedo anche qualche birra".
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