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Roma, a tutto Fonseca: “Noi presto tra i più forti della Serie A. Smalling? Farò di tutto per trattenerlo, Zaniolo…”

La lunga intervista rilasciata dal tecnico della Roma: "Mourinho ha detto che la sua esperienza in Serie A è stata la più faticosa a livello tattico? Ha ragione"

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"Abbiamo acquistato 15 nuovi giocatori, 12 in estate e 3 a gennaio, più un nuovo CEO, Guido Fienga. E poi io, il nuovo allenatore. Stiamo creando una nuova squadra dalle fondamenta e non è mai facile".

Parola di Paulo Fonseca. Diversi sono stati i temi trattati dal tecnico della Roma che, intervistato ai microfoni di Espn Brasil, ha tracciato un bilancio della sua prima esperienza in Italia: dal suo rapporto con la squadra, al futuro di Chris Smalling, approdato nella Capitale la scorsa estate in prestito dal Manchester United. Ma non solo...

"Sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto finora, stiamo migliorando molto e penso che in breve tempo potremo essere una delle squadre più forti della Serie A. Qui i media e i tifosi sono molto intensi, ma se vuoi allenare in una grande squadra questo fa parte del tuo lavoro e se tu hai rispetto nei loro confronti, loro ti rispetteranno. Ho sempre sognato questo e adesso lo sto vivendo, quindi per me è una grande piacere. Da allenatore ti chiedi sempre se il tuo sistema di gioco possa limitare la possibilità di inventare e di creare ai giocatori più estrosi. Penso che una organizzazione forte da ai giocatori più opportunità per mostrare le loro qualità. E’ una linea sottile e tu devi anche fidarti dei tuoi calciatori e lasciare che possano interpretare la situazione a loro modo. Sono un sostenitore del gioco in mezzo al campo, che cattura lo spazio tra le linee. Si basa tutto su come riesci a costringere l’avversario a prendere delle decisioni e quando deve farlo commette degli errori. Il vecchio gioco sulle ali era qualcosa di prevedibile, ma c’era un effetto a catena. Se il tuo esterno veniva in mezzo al campo, allora avevi bisogno di qualcuno in quella posizione. Ed è per questo che i terzini che attaccano sono così importanti. Non credo che sia stata inventata ogni cosa, c’è sempre cambiamento e innovazione intorno a noi. Pensiamo all’Atalanta, con il suo uno contro uno a tutto campo, oppure al Liverpool o anche a Guardiola, che offre costantemente qualcosa di diverso, o al Sassuolo, forse non una squadra così famosa, ma con un’idea di gioco molto chiara e creativa", sono state le sue parole.

TOTTI E DE ROSSI - "Non ho mai lavorato con loro, sono andati via prima che io arrivassi, ma non ho dubbi sul loro profondo amore e sulla loro profonda passione per questo club e li capisco pienamente. Se fossi stato nella posizione di De Rossi non avrei mai pensato di scegliere un altro club italiano per finire la mia carriera. Impossibile. Allo stesso modo comprendo come Totti non avrebbe voluto lavorare per nessun altro club di Serie A. Il loro amore è cosi grande, così importante. Credo di provare le stesse sensazioni e non solo perché sono un po’ romantico".

INFORTUNI -"Gli infortuni sono stati un grande problema e certamente sono un aspetto che non puoi controllare. A parte quello però la sfida più grande è stata semplicemente costruire una nuova squadra. In passato ero focalizzato soltanto sulla mia squadra e lasciavo che gli altri si preoccupassero di noi. Ho capito che qui non lo potevo fare. Dovevo trovare un equilibrio tra i miei principi e tra quello che serve per giocare in Serie A. In Italia devi pensare anche a come giocano gli avversari. La qualità degli allenatori e della tattica di ogni avversario è così alta che non ti puoi focalizzare soltanto su te stesso. Devi continuamente adeguarti al tuo avversario. Tutto questo mi ha sorpreso. Ogni sfida è estenuante, una vera battaglia tattica. Ogni partita ha una sua storia e non ti puoi mai rilassare. Non sappiamo mai cosa succederà con l’avversario. Puoi prepararti, ma è difficile sapere esattamente come giocherà".

DIFFERENZE -"Allo Shakhtar eravamo la squadra da battere e giocavamo soprattutto nella metà campo degli avversari, ogni partita. Qui in Italia è differente. Un minuto l’avversario ti pressa alto e prova a forzarti all’errore, subito dopo si difende molto bassa. Non puoi giocare soltanto in un modo contro questa mentalità. Devi adattarti. Mourinho ha detto che la sua esperienza in Serie A è stata la più faticosa a livello tattico? Ha ragione. E la differenza è anche che ogni squadra vuole giocare, nessuno pensa soltanto a difendersi, nonostante sappiano bene come farlo. Le squadre nella parte bassa della classifica possono battere quelle nella zona alta a ogni giornata e questo è positivo. E’ estenuante, ma molto stimolante. Sento che sto imparando e migliorando ogni settimana".

ZANIOLO E SMALLING -"Zaniolo non è soltanto un incredibile talento naturale, è migliorato molto quest’anno. Spesso ho detto che era un giocatore selvaggio, che seguiva il suo istinto, ma lui adesso ha capito come giocare, ha capito come sfruttare lo spazio ed è migliorato nelle decisioni che prende sul campo. Ha solo vent’anni, non ho dubbi che in poco tempo sarà uno dei migliori non solo in Italia, ma in tutta Europa. Smalling? Farò qualsiasi cosa per trattenerlo a Roma anche l’anno prossimo. So che lui vuole rimanere e vedremo cosa accadrà. E’ una persona incredibile, così umile, così professionale. Lui è adorato dai tifosi e si è imposto come uno dei leader dello spogliatoio. Non è facile per un centrale difensivo inglese adattarsi così velocemente al calcio italiano, i precedenti in questo senso non erano positivi. Lui invece è stato straordinario".

DZEKO-UNDER E NON SOLO -"Dzeko giocherà sempre prima punta, ma ci sono molti modi per interpretare questa posizione. Allo stesso modo Under può far male agli avversari quando entra in mezzo al campo, ma se c’è un’opportunità di battere l’avversario uno contro uno in campo aperto tu vuoi che lo faccia. Valuto due qualità nei calciatori: quella di cercare il momento e il posto giusto dove ricevere il pallone e, fatto questo, quella di fare la scelta giusta. Hai bisogno di calciatori specifici per avere due attaccanti di ruolo come fa l’Inter. Loro non hanno però un gioco prevedibile: Lukaku ha un fisico importante, Lautaro è più piccolo, ma il modo in cui giocano molto moderno e sofisticato. Lukaku è un calciatore totalmente diverso da quello che era allo United, è molto più dinamico, si muove molto e cerca spesso la combinazione o il mismatch con i difensori", ha concluso.