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Reggina, i motivi del crollo: Inzaghi, la rinuncia al gioco e le scelte nel derby

Reggina
La Reggina dopo il grande girone d'andata ha totalizzato 6 ko nelle ultime 8 gare

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di Anthony Massaro

Frustrazione e caos in casa Reggina.  Il flop esterno nel derby contro il Cosenza costituisce una ferita profonda per la formazione amaranto. Specchio impietoso di un malessere trasversale che va ben oltre  le sei sconfitte nelle ultime otto partite. Performance deludenti quelle offerte dagli uomini di Filippo Inzaghi. Al netto di qualche limite tecnico e strutturale dovuto principalmente alle assenze. Smarrimento, rinuncia al gioco e crisi d’identità. Segnali che portano ragionevoli preoccupazioni per il proseguo del campionato di Serie B corrente. La grande ed armoniosa prestazione della formazione guidata da William Viali impreziosita dalle reti di Marco Nasti nel finale, ha condannato il club del patron Saladini ad un altra sconfitta bruciante sulla quale riflettere.

Ordine, equilibrio, coralità nell’esecuzione delle due fasi di gioco. La proposta tecnica standard della Reggina di Inzaghi si è inopinatamente dissolta per l'ennesima volta. Comunque un derby al cospetto di una minor grado quello con il Cosenza. Ennesimo atto di un percorso deludente, da tre mesi a questa parte  che avrebbe dovuto incanalare la stagione sui binari della risalita dopo il terreno perso. La sensazione lasciata è di una squadra involuta e confusa. Trascinata da un’inerzia nervosa più che razionale. Ci ha provato a strappi, quasi in modo casuale. Cercando spiragli di luce in sporadici attacchi d’orgoglio, tradotti nelle azioni mosse singolarmente che servono a poco. Aggrappata a collaudate alchimie difensive, disorientata dal processo di metamorfosi inerente la fase offensiva. Quest'ultima ormai demineralizzata da una rinuncia al gioco sconfortante quanto pericolosa.

Serie B

Inzaghi dovrà rivisitare questo aspetto. Conscio che, diminuendo la ferocia agonistica e motivazionale, possono pericolosamente riemergere limiti ed imperfezioni strutturali, nel girone d'andata perfettamente nascosti da applicazione corale ed automatismi collettivi. La Reggina è quinta a meno cinque dal Genoa secondo, e per risalire la china non dovrà più smarrire l’identità tattica e mentale brillantemente costruita fin qui. L’indole propositiva, l’aggressività, il coraggio. Lo spirito incisivo e gladiatorio. La formazione amaranto ha bisogno di comportarsi da collettivo ed a recitare il proprio gioco. Sempre e comunque. Anche e soprattutto in serate in cui fuoriclasse per la categoria come Jérémy Ménez vengono lasciati in panchina per 90'. Altra scelta discutibile.

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