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Pastore e quel retroscena: “Dal Palermo alla Ligue 1, scelto il PSG dopo un sogno”

Pastore e quel retroscena: “Dal Palermo alla Ligue 1, scelto il PSG dopo un sogno”

Le dichiarazioni rilasciate da Javier Pastore, che nel 2011 ha scelto di lasciare Palermo e approdare in Ligue 1 al PSG

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Quale futuro per Javier Pastore? "Vedremo se troverò buone opzioni per lasciare il club, altrimenti sarà per gennaio. Non è facile dopo un anno e mezzo di Covid per i club". Lo ha dichiarato il fantasista argentino, intervistato ai microfoni di sofoot.com. Fra i temi trattati dal Flaco, il cui contratto che lo lega alla Roma scadrà il 30 giugno 2023, anche la scelta di lasciare il Palermo e approdare il Paris Saint-Germain nell'estate del 2011.

LA SCELTA -"Ci sono stati molti fattori che mi hanno motivato a scegliere il Paris Saint-Germain. Il primo è stato Leonardo. Per un mese e mezzo mi ha chiamato tutti i giorni al telefono per raccontarmi della società, del progetto, dei giocatori che voleva portare. Ho fatto tutta la Coppa America 2011 svegliandomi con un messaggio suo. Ha funzionato perché più passava il tempo, più volevo venire. Dopo la Coppa, sono andato in vacanza con mia moglie e stavamo valutando le mie opzioni. Abbiamo soppesato i pro e i contro, lei mi ha detto: 'È vero che è bella, ma anche lontana'. Il terzo giorno di vacanza mi sono svegliato alle 4 del mattino: ho fatto un sogno in cui camminavamo entrambi ai piedi della Torre Eiffel. L'ho detto a mia moglie che ha detto: 'Guarda, se hai questo tipo di sogni, andiamo'. Quello stesso giorno dissi subito al mio agente di fare di tutto per giocare a Parigi", ha raccontato.

PSG -"Sogni spesso? Sì. Molte delle scelte della mia carriera o delle azioni che ho compiuto in campo si sono materializzate in un sogno che ho fatto la notte prima della partita. Il Parco dei Principi? I primi mesi, francamente, non avevo sentito molta differenza. Nel tempo è diventato magico. Ho passato sette anni a Parigi, più che in qualsiasi altro club, e quello che ho creato qui non l'ho mai trovato altrove. Ogni volta che ne parlo con mia moglie, su una scala da 1 a 100, Parigi è sempre 100. Ho fatto tutto lì: sportivamente, sono arrivato in un club che voleva raggiungere un livello che era quello che possiede oggi. Ho fatto parte di questo progetto, per aiutarlo ad arrivarci e ne sono orgoglioso. Poi, a livello personale, sono migliorato molto, ho vinto tanti titoli, ho potuto giocare con la squadra argentina. Ho fatto molto anche a livello umano, mi sono sposato qui, i miei due figli sono nati in Francia. Parigi è la mia seconda casa. Dopo l'Argentina. Dall'esterno, la gente può dire che non è un 100 pieno, per via dei miei tanti momenti difficili e degli infortuni. Ma per me è stato perfetto".

FUTURO - "Tornare al PSG? Non lo so. Quando ho lasciato il club, i dirigenti mi hanno offerto un contratto quinquennale e volevano che chiudessi la mia carriera al PSG. Ero molto orgoglioso della loro disponibilità, ma allora volevo giocare di più e la concorrenza era troppo forte. C'erano Neymar, Mbappé, Di María e Cavani. E sapevo di non avere le stesse chance degli anni precedenti di giocare. Tornare in un posto del genere sarebbe per forza bellissimo. Proverò a sognare stanotte per vedere cosa succede dopo!", ha concluso.

 

 

 

 

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