L'intervista

Sagramola: “Due promozioni e zero debiti in 3 anni. City, Pallotta e ricavi in B…”

Sagramola
L'intervista rilasciata dal dirigente rosanero, Rinaldo Sagramola, in esclusiva alla redazione di Mediagol.it circa il triennio trascorso a Palermo

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Figura centrale sul piano manageriale e amministrativo. Rinaldo Sagramola ha vissuto a Palermo gioie e gratificazioni professionali di altissimo livello in due momenti storici diversi della recente storia del club di viale del fante. L'ex dirigente di Vicenza, Brescia e Sampdoria tra le altre ha concesso un'interessante intervista esclusiva alla relazione di Mediagol.it. Tra le tante tematiche affrontate, Sagramola ha tracciato un bilancio consuntivo del triennio appena conclusosi, trascorso nell'organigramma dirigenziale rosanero. Di seguito, le sue dichiarazioni.

Intervista realizzata da Leandro Ficarra

"Constatare che quello che era il progetto iniziale sia stato coronato dai fatti  e dagli obiettivi che si sono conseguiti è una soddisfazione enorme. Il presidente voleva riportare la quinta città d'Italia in una dimensione professionistica, arrivando al termine del ciclo triennale riuscendo a passare il testimone a qualcuno che avrebbe potuto ulteriormente rilanciare le ambizioni di questa città sportiva. Mirri è innanzitutto un tifoso incredibile di questi colori. Abbiamo centrato la promozione al primo anno, poi abbiamo dovuto fare i conti con questa disgrazia mondiale del Covid che dal punto di vista economico ha rappresentato una grossa perdita. Per quindici mesi si sono praticamente azzerati gli introiti, non abbiamo registrato alcun incasso al botteghino. Arriviamo alla fine del ciclo triennale senza aver utilizzato fondi diversi da quelli previsti. Non abbiamo debiti con gli istituti di credito e non abbiamo chiesto ulteriori sacrifici agli azionisti. Noi ora siamo oggetto di compravendita, come si può leggere su tutti i giornali, ma tra City Football Group e Pallotta come caschi, caschi bene. Con soggetti di una forza incredibile mi auguro che possano concentrare le proprie forze sul Palermo per un'ulteriore crescita sportiva di questo sodalizio. Questo triennio si chiude con un bilancio assolutamente positivo. Per quanto riguarda le difficoltà che abbiamo dovuto superare, non soltanto economiche dettate dal Covid. Ricordo il ritardo nella preparazione della stagione 2020/2021 perché ripresero i campionati interrotti dalla pandemia. Capimmo che non avremmo potuto giocare partite amichevoli perché si sarebbero dovute disputare esclusivamente con le squadre che seguivano i protocolli sanitari dei professionisti. Cercammo di organizzare alcune amichevoli anche fuori regione ma non ci riuscimmo per la mancata disponibilità delle altre squadre. Arrivammo a disputare la prima giornata di campionato di Serie C ed è stata purtroppo la prima vera partita del Palermo, anche se per me quel gruppo di giocatori era validissimo. Si scatenarono alcune polemiche feroci, anche troppo secondo me, che ci hanno reso ancora più complesso il percorso. Dopo il cambio di panchina, lo stesso Filippi ebbe la media di due punti a partita, ci posizionammo al settimo posto in classifica e superammo due turni dei playoff per poi uscire a parità di risultati con l'Avellino solamente per un miglior piazzamento nel girone da parte degli irpini. Il minitorneo lo giocammo senza i due attaccanti titolari, ovvero Lucca e Rauti. La sfortuna volle che i due si infortunarono proprio poco prima dell'inizio dei playoff. Magari ci saremmo tolti qualche piccola soddisfazione in più con loro. Introiti in Lega Pro ed in Serie B? C'è una prima grande differenza, in Lega Pro i contributi sono modestissimi, siamo all'incirca su poche centinaia di migliaia di euro, in Serie B tra diritti televisivi e altri contributi c'è una differenza sostanziale di ricavi, parliamo di cifre che si aggirano intorno ai sette milioni, e direi che la differenza è sostanziale. Così come l'appetibilità degli eventi e un maggior numero di presenze allo stadio e tutto ciò che ne consegue. Il problema della Serie B è capire che tipo di campionato si vorrà disputare, con l'ingresso delle proprietà straniere il livello di spesa per competere per obiettivi importanti si è alzato di molto. Se fai un campionato di galleggiamento è ovvio che spendi meno ma rischi di retrocedere, se devi partire con un obbiettivo che è vincere il campionato i livelli di spesa sono decisamente diversi, vedasi il Monza. Chi ci sarà deciderà in funzione al budget di cui disporrà, sarà un campionato comunque esaltante con tante piazze ambiziose e importanti. E' ovvio che il Palermo dovrà assestarsi nella categoria, ma ricordiamo che parliamo della quinta città d'Italia ed è normale ambire a un riposizionamento in categorie superiori".

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