Competenza, esperienza e professionalità. Una dimensione manageriale di assoluto livello, acclarata da un percorso ricco di gratificazioni e successi in seno a club prestigiosi. Giorgio Perinetti ha corroborato ed impreziosito una carriera dirigenziale invidiabile, raggiungendo obiettivi e risultati, economici e squisitamente tecnici, in tutte le categorie. L'attuale direttore sportivo del Siena ha analizzato l'attuale situazione societaria in casa Palermo nel corso dell'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.


L'Intervista
Perinetti: “Sagramola e Castagnini? Mossa Mirri ok. Cessione club e idea Sabatini…”
L'intervista esclusiva concessa da Giorgio Perinetti, attuale direttore sportivo del Siena ed ex dirigente di Palermo, Genoa e Brescia, tra le altre, alla redazione di Mediagol.it
Intervista realizzata da Leandro Ficarra
"Sagramola con compiti prevalentemente gestionali ed amministrativi e Castagnini maggiormente responsabilizzato quale polo dirigenziale dell'area sportiva nella stagione in corso? Credo che diversificare e stabilire nitidamente i ruoli, soprattutto nelle società di calcio, sia un qualcosa di fondamentale, con la chiarezza dei ruoli e la determinazione del progetto si può lavorare bene. Quella del presidente Mirri è stata una mossa importante. Poi dobbiamo capire che il direttore sportivo è abituato a sapere di non potere entrare nelle logiche del direttore commerciale né per quanto riguarda l'area marketing e quant'altro né per quanto riguarda quella amministrativa. Al contrario tutti possono entrare nella sua area perché legittimati a parlare di calcio e di formazione. Se la società dà dei ruoli predefiniti e difende le posizioni di ognuno è molto importante, perché diversamente regnerebbe il caos. Castagnini sa il fatto suo, bene ha fatto il presidente a dare una linea specifica e a sostenere il ruolo di chi è il responsabile delle scelte tecniche. Cessione Palermo? Credo che tutte le società italiane siano più o meno con possibilità di cessione. La famiglia Mirri non ha mai nascosto la volontà di vendere la società a persone che possano garantire un Palermo di prima grandezza. Credo che sia inevitabile anche per come sta andando il calcio, tante società sono state cedute per ultima il Genoa il cui closing è attesa lunedì prossimo. Se ci sarà questa opportunità anche per il Palermo si potrà concretizzare questa eventualità, il calcio italiano è appetito dai fondi. Se uno deve comprare lo fa quando c'è una migliore offerta, in questo momento il nostro calcio è soggetto a questo e quindi non c'è da meravigliarsi. Se poi saranno fortunati e venderanno il Palermo a una società che innalzerà le sorti del club ben venga per i rosanero e per il calcio in generale. Querelle e beghe legali tra Mirri e Di Piazza? Quando si toccano gli interessi ognuno fa le proprie valutazioni. Penso che nel caso dell'intervento di un terzo profilo interessato a rilevare la società, tutti avranno voglia di risanare la situazione. Quando la querelle è confinata tra due soggetti che erano in simbiosi al momento della costruzione della società i problemi possono essere ampi, ma nel momento in cui entra in gioco un terzo interlocutore disposto a comprare penso che tutti abbiano più interesse a risanare la situazione. Impossibile pensare ad un nuovo matrimonio professionale del sottoscritto con il Palermo? Il Palermo deve ambire sempre al massimo, l'attuale società si è spesa tanto e merita fiducia e serenità nel lavorare. Quando ci sarà la cessione del club si scatenerà il toto direttore sportivo, penso che con l'avvento di una nuova proprietà saranno in tanti a volere quelle poltrona. Si può pensare a chiunque, sognare per esempio un ritorno di Walter Sabatini che a Palermo ha fatto davvero benissimo. L'importante è che il Palermo possa poggiare su persone competenti e serie che diano al club rosanero la possibilità di risalire".
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