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Novellino: “Zamparini burbero dal cuore d’oro. Con Marotta, Di Marzio e Recoba…”

Palermo

L'intervista all'ex tecnico di Venezia, Sampdoria, Napoli, Palermo e Juve Stabia, Walter Novellino, concessa in esclusiva alla redazione di Mediagol.it

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Allenatore di spessore e con un background di assoluto valore, Walter Novellino, nella sua breve esperienza vissuta sulla panchina del Palermo, non è riuscito ad incidere per come avrebbe voluto, in una stagione, quella 2015-2016, turbolenta e travagliata sotto l'aspetto gestionalee tecnico, con continui avvicendamenti in panchina. Iachini, Ballardini, il tandem Tedesco-Schelotto, sono solo alcuni degli allenatori che hanno preceduto il tecnico ex Venezia, Torino e Sampdoria, tra le altre. Una rosa lacunosa in alcuni reparti,  ma con profili di livello ed esperienza tangibile in Serie A, che è riuscita nell'impresa della miracolosa salvezza conquistata con Ballardini in panchina all'ultima giornata di campionato contro il Verona. Novellino ha voluto tracciare un suo personale affresco del presidente, Maurizio Zamparini, scomparso lo scorso 1 febbraio all'età di ottant'anni con il quale, oltre alla brevissima parentesi in rosanero, ha condiviso due anni ricchi di soddisfazioni alla guida del Venezia. Promozione dei lagunari in Serie A, nella stagione 1997-1998 e brillante salvezza ottenuta nel massimo campionato l'annata successiva con un giovanissimo AlvaroRecoba. Di seguito le dichiarazioni dell'ex tecnico di Napoli, Avellino e Juve Stabia, tra le altre, rilasciate nel corso dell'intervista concessa alla redazione di Mediagol.it.

"Il presidente Zamparini era veramente una persona splendida, con lui al Venezia ho trascorso due anni straordinari, poi al Palermo le cose non andarono bene, almeno con me. Zamparini però mi ha dato la possibilità di allenare in una grande piazza e penso che il palcoscenico del Palermo attiri le attenzioni di ogni allenatore, la città è straordinariamente bella, ospitale, ci sono tutti i presupposti per far bene e vivere bene. Il mio rapporto con Zamparini? Era fondamentalmente un buono, sembrava apparentemente una persona burbera ma era davvero molto sensibile ed attento, anche nell'aiutare il prossimo, questo era fuor di dubbio. Come presidente , voglio ricordare che abbiamo ottenuto risultati esaltanti, però, menomale che avevo da filtro sia Beppe Marotta sia Gianni Di Marzio, perché Zamparini era un presidente che voleva vincere sempre, e come sai, non si possono vincere tutte le partite, nonostante ci fosse una squadra davvero fortissima. Lui era anche un presidente-allenatore (sorride, ndr), nel senso che era l'allenatore del giorno dopo, molto particolare. Lui amava vedere la partita con gli amici suoi per capire le impressioni anche da parte loro, e poi se andava male, te ne diceva di tutti i colori. Alla sua maniera, ti esprimeva tutto quello che pensava, nel suo modo abbastanza fiorito, però poi bastava che lo facessi ragionare. Se gli dicevi suto "sì", si incavolava, se gli dicevi di "no", si incavolava lo stesso. Dovevi lasciarlo sfogare, quando poi lui sbolliva potevi dire la tua, in modo molto soft, si intende. Nei giorni a seguire, piano piano, passavano dei giorni, bastava una telefonata "Pres, come va...? Non si preoccupi, siamo vivi...", ci dialogavi in un certo modo. Devo dire che per me è stato un presidente fondamentale, un patron che mi ha fatto arrivare ai massimi livelli, una persona che che mi ha dato la possibilità di allenare un grande Alvaro Recoba. Dovevamo vincere il nostro campionato salvandoci, invece siamo arrivati ad un passo dalla qualificazione alla Coppa Uefa (attuale Europa League, ndr). Nel girone di andata non eravamo partiti affatto bene, le prime nove partite non avevamo mai vinto. Devo ringraziare  Gianni Di Marzio e Marotta, che facevano da filtro con il Presidente e lo tenevano tranquillo. Un ricordo particolare? Tanti, non ce n'è uno specifico, anche possono apparire alla mente situazioni un po' dure, ma sono tutti ricordi belli e particolari allo stesso tempo. Mi ricordo una partita contro la Sampdoria, dove il presidente era entrato negli spogliatoi ed io lo cacciai via, poi lui, dopo la partita, mi esonerò La mattina dopo mi richiamò, avevamo un grandissimo rapporto. E' chiaro che non lo dovevi prendere in giro, dovevi sempre dirgli la verità. Io sono stato sempre uno che gli dicevo ciò che pensavo, ma sempre dopo due tre giorni, perché come dicevo prima, lui era sempre molto attento ciò che diceva in questi suoi dieci minuti da "allenatore". Era un presidente che non festeggiava mai, l'anno che con il Venezia conquistammo la Serie A, quando vincevamo lui prendeva e se ne andava. Ci faceva visita prima della gara, prendeva il taxi, stava con noi, ci abbracciava, ci salutava, ma come dicevo non festeggiava mai, gli piaceva lasciare la ribalta e vedere contenti gli addetti ai lavori, nonostante era lui che comandava, era lui il padrone. Ecco, quando parlavo di generosità di Zamparini, lui sapeva esserlo anche in questi casi, era davvero un gran cara persona. Certo, come tutti noi aveva i suoi pregi e difetti, ma era davvero un uomo buono e generoso".

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