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Berti: “Valente top per la C, svelo ruolo ideale. Pelagotti ok, ma la personalità…”
Ex portiere di ottimo livello sotto il profilo tecnico, Gianluca Berti si è sempre consacrato leader carismatico e riferimento imprescindibile in ogni club in cui ha militato. Una carriera intensa e prestigiosa, alimentata da prodezze tra i pali, giocate istrioniche ed estemporanee in fase offensiva, una straripante dose di personalità al servizio della causa e dei compagni. Acume, capacità di coordinamento e gestione, lungimiranza, prerogative che hanno caratterizzato anche la giovane ma significativa parabola manageriale del classe 1967 toscano. L'ex estremo difensore di Palermo, Roma, Genoa e Sampdoria, tra le altre, ha concesso un'interessante intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it.
"Nuova proprietà rosanero? Li conosco tutti e ho notato che anche loro, dal presidente ai dirigenti, hanno una grande passione. Quando lavori in una piazza così blasonata ed esigente è normale che il tifoso si aspetti di vincere il campionato a mani basse. La Serie C purtroppo è davvero ostica con squadre costruite da società importanti che non badano a spese. Pelagotti e Massolo? Sono due portieri forti e moderni, Alberto lo conosco molto bene. Non voglio fare il presuntuoso, ma la personalità che avevo io non l'hanno ancora trovata, anche se quella o ce l'hai o non ce l'hai. Parliamo di due estremi difensori comunque importanti per la categoria. Ruolo ideale di Valente? È un esterno destro che preferisce giocare a sinistra così da potersi accentrare sul piede forte, lo conosco molto bene Nicola, perché fui io a portarlo alla Carrarese. Un calciatore strepitoso per la categoria, tante volte non è appariscente ma è un ragazzo perfetto tatticamente. Non sbaglia mai la propria posizione in campo, noi giocavamo con il 4-2-3-1 e lui faceva o l'esterno di sinistra o quello di destra. Ha giocato spesso a destra, ma mi confidava spesso di preferire la fascia mancina; giocatori come lui in Serie C ce ne sono davvero pochi. Quando è andato via dalla Carrarese ero chiaramente amareggiato, ma nello stesso tempo felice perché conosco il valore che ha la maglia rosanero. Quando mi disse che c'era l'opportunità di andare a Palermo gli consigliai di accettare senza esitare. A fine carriera avrebbe ricordato per sempre l'affetto di questi tifosi che sono davvero tanta roba, non poteva lasciarsi scappare questa straordinaria opportunità professionale".
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