Lo scorso 27 dicembre 2021 è ufficialmente iniziato il nuovo corso di Silvio Baldini sulla panchina del Palermo FC. Dopo la sua prima esperienza in rosanero nella stagione 2003-2004, il tecnico nativo di Massa, torna nel capoluogo siciliano, continuando idealmente un percorso interrotto anzitempo, diciotto anni fa, dopo il dissidio con l’allora presidente Maurizio Zamparini. Nel corso del format di approfondimento sportivo TGS Studio Stadio, in onda su TGS, il neo tecnico rosanero analizza l’attualità in casa Palermo, proiettandosi sui temi caldi del campionato di Serie C che riguardando da vicino il club di viale Fante, tra campo e coronavirus. Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall’ex tecnico di Empoli, Parma e Carrarese, tra le altre.


L’intervista
Baldini: “Impegno massimo da club e squadra. Calciatori positivi al covid? Li sento”
Tra campo e Covid-19, il neo tecnico del Palermo, Silvio Baldini, ha iniziato il suo nuovo corso sulla panchina rosanero, dopo la sua prima esperienza al club dì viale del Fante, vissuta nella stagione 2003-2004.
"La società è la prima a voler dare una squadra competitiva. Bisogna tener conto di tenere certi equilibri. Sheva? Il problema è di come socializzare con gli altri. Se io vado ad allenare una squadra cerco soluzioni e non problemi. Se io do soluzioni (come allenarsi e come vivere da atleti), i ragazzi mi daranno il 100%. L'importante è circondarsi di persone che non ti abbandonino nelle difficoltà. Questi ragazzi io li ho allenati e ho parlato a loro dicendo che li valuterò. Ognuno si sta impegnando al massimo. A me piacerebbe avere due giocatori per ruolo e non tre perché quando ti alleni ci sono delle tempistiche da rispettare. Per adesso io sono felicissimo, li vedo che sono presi. L'importante è che nessuno si perda alle prime difficoltà. Deve essere fondamentale dare il 100%, il risultato viene dopo. Io fatto una scelta, di essere libero nel poter esprimere le mie opinioni. Che soddisfazione tornare a Palermo dopo 18 anni! Sono stato denigrato ma il destino si ricorda. E allora vale la pena essere sempre se stesso. Se nasci quadrato muori quadrato. Poi l'esperienza ti fa capire che riflessione può essere vantaggiosa. E quindi negli anni qualcosa impari. Calciatori in quarantena? Sempre chiamati. Il nostro preparatore atletico Petrucci li ha chiamati ogni sera uno per uno. Se tu non gli fai sentire il contatto umano diventa un problema. Indipendentemente se si tratta di un giocatore importante o meno. Tutti vanno trattati allo stesso modo".
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