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Novellino: “Zamparini, sbagli per generosità. Amava Palermo! Voleva mio rinnovo ma…”

Palermo

L'intervista all'ex tecnico di Venezia, Sampdoria, Napoli, Palermo e Juve Stabia, Walter Novellino, concessa in esclusiva alla redazione di Mediagol.it

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Un connubio complementare e vincente nel biennio di Venezia dal 1997 al 1999. Un'esaltante scalata con destinazione Serie A ed una convincente salvezza nella successiva stagione nel massimo campionato italiano. Walter Novellino e Maurizio Zamparini erano legati da un profondo rapporto di stima professionale ed umana. L'ex tecnico di Napoli, Torino e Sampdoria, tra le altre, ha vissuto con il compianto patron friulano anche una breve e sfortunata parentesi sulla panchina del Palermo, durata appena quattro gare, nella stagione 2015-2016.  Il tecnico classe 1953, specialista in promozioni come si denota dal suo background, ha concesso un'interessante intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it

"Anche al Palermo, gli errori commessi quasi a conclusione del suo ciclo, erano errori di generosità, perché lui voleva far capire ai palermitani, che non c'erano problemi di natura economica attorno al club, e lui si è anche indebitato per far si che a Palermo ci fosse un bel ricordo di lui, e questo ci tengo a sottolinearlo, perché voleva davvero bene a Palermo ed ai palermitani, e i tifosi questo se lo devono ricordare. I miei due mesi a Palermo? Quel breve periodo nonostante le difficoltà che sappiamo tutti, sono stati comunque belli. Era un momento molto complesso per il campionato del Palermo, si è cercato di fare il possibile per aiutare la squadra, benché io abbia avuto poco tempo per poter lavorare. Era una squadra con individualità importanti ma con una situazione nello spogliatoio un po'particolare. Ricordo il pareggio contro l'Empoli, disputammo un'ottima gara e meritavamo di vincere. Il giorno dopo, Zamparini mi aveva chiamato per prolungarmi il contratto, ma io rifiutai, perché conoscevo il presidente. Io a Zamparini devo tanto e credo che tutti quelli che hanno lavorato con lui gli debbano qualcosa. Aveva un grande pregio, ovvero nonostante lui ti mandasse via, poi ti richiamava a lavorare con lui, come se nulla fosse mai accaduto, non era una persona che serbava rancore. Presidenti come lui non ne esistono più nel calcio moderno. Adesso siamo abituati a figure dirigenziali di estrazione amministrativa, che gestiscono numeri e fondi di investimento, il rapporto umano è un po' andato".

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