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Il giovane vecchio Zamparini. Palermo travestito da nuovo, senza cambiare niente

Il giovane vecchio Zamparini. Palermo travestito da nuovo, senza cambiare niente

I proclami perdono di valore di giorno in giorno. Il tempo è scaduto anche per Baccaglini: inaccettabile che la linea venga decisa da chi ha rovinato il Palermo.

William Anselmo

Di William Anselmo

Siamo alla resa dei conti. Da mesi diciamo che la bontà delle intenzioni di questa trattativa per la cessione del club l'avremmo potuta valutare non tanto dagli annunci e dalle supercazzole a cui siamo ormai abituati, ma dai fatti.

E i fatti oggi dicono che il Palermo, retrocesso per sacrosanti demeriti sportivi, è ancora in balia del nulla cosmico ovvero della non-linea del presidente Maurizio Zamparini che continua a decide su tutto, spesso sbagliando: i procuratori parlano con lui del futuro dei propri assistiti, i direttori sportivi li contatta lui, gli allenatori li prende (e li esonera) lui.

Mentre tutto continua a sprofondare, Mr. Baccaglini è sparito. Dopo un avvio fatto di "brand", "entertainment" e altre belle parole da pronunciare, sono finite pure le comparsate in giro per i mercati, Mondello e le istituzioni locali che quasi lo avevano fatto scambiare per il nuovo candidato sindaco di Palermo.

Diciamoci la verità: non è credibile che qualcuno spenda 70 milioni per comprare un club storico come quello di Viale del Fante e poi si presenti con un allenatore che non ha mai allenato neanche in Serie B e un direttore sportivo lontano dalla ribalta della Serie A. Sarebbe come comprarsi la Ferrari senza avere soldi per la benzina.

Non è credibile immaginare di eleggere a grande esperto di calcio e prezioso consigliere proprio chi ha contribuito in modo decisivo a distruggere il Palermo e umiliare i tifosi rosanero. Sarebbe come chiedere Rocco Siffredi consigli su come rimanere vergini. No, grazie. Zamparini ha dato quello che doveva dare, ora non è più il suo tempo. Anzi, sarebbe inaccettabile che la linea venisse decisa proprio da chi ha rovinato la reputazione del club con le proprie decisioni scriteriate.

Sembra quasi il giochetto dei vecchi partiti della politica, che cambiano nome, cambiano simboli, ma restano sempre gli stessi a governare. Palermo non ha bisogno di un giovane vecchio Zamparini, e se le intenzioni di Baccaglini sono quelle di fare da frontman mentre l'imprenditore friulano continua a fare ciò che vuole, sia consapevole che, come è entrato velocemente nel cuore di molti tifosi, altrettanto velocemente ne uscirà.