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L'INTERVISTA

Donati: “Mio calcio tra Gasperini e Ventura. Allenare il Palermo? Vi dico che…”

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L’intervista esclusiva concessa da Massimo Donati, ex di Milan, Palermo, Bari e Atalanta, tra le altre, alla redazione di Mediagol.it

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La voglia di affermarsi e ritagliarsi una dimensione professionale di rilievo anche nelle vesti di allenatore.

Una volta appesi gli scarpini al chiodo, Massimo Donati, ex centrocampista di Milan, Celtic, Atalanta e Torino, tra le altre, ha deciso di capitalizzare l'arguzia tattica e  capacità di lettura già mostrate sul rettangolo verde anche nell'ambito del nuovo percorso intrapreso. Carisma, competenza, personalità,  conoscenza della materia calcio e profonda cognizione di dinamiche relazionali e psicologiche che albergano in ogni spogliatoio. Le esperienze formative da vice del tecnico della prima squadra nel Kilmarnock, club all'epoca nella massima divisione scozzese, la parentesi funestata dalle vicissitudini societarie con la Sambenedettese. Già in possesso del patentino UEFA PRO, il classe 1981 è in attesa di un progetto che possa consentirgli di dimostrare le sue qualità anche nel ruolo di condottiero in panchina. Il doppio ex della sfida d'alta quota tra Palermo e Bari, in programma nella diciannovesima giornata del girone C di Serie C, ha concesso un'intervista esclusiva alla redazione di Mediagol.it.

"Che allenatore sono sotto il profilo tattico e gestionale? I tecnici che ho avuto a Bari e Palermo sono quelli che mi hanno ispirato di più e che ho preso più come esempio in termini di filosofia e metodologia di lavoro. Gasperini, che mi ha allenato durante i miei trascorsi in rosanero, era molto bravo da un punto di vista tattico e basava il suo calcio sulla aggressività nella riconquista immediata del pallone. Con la guida di Ventura, nei miei anni in biancorosso, ci presentavamo agli allenamenti consci di dover curare ogni minimo particolare e sapendo già come avremmo preparato la partita. Quando scendevamo in campo per disputare il match eravamo perfettamente consapevoli di cosa fare e come agire sia in fase di possesso palla sia in fase di recupero, anche se il mister ex Torino preferiva una riconquista del pallone un po' più bassa rispetto alle idee di Gasperini. Loro due sono stati certamente tra gli allenatori più bravi che ho avuto che mi sono rimasti maggiormente impressi. Il mio stile di gioco da allenatore, in termini di interpretazione tattica e atteggiamento della mia squadra, lo vedo come una virtuosa via di mezzo tra i principi cardine del calcio di Gasperini e Ventura. Mi piace fare un calcio basato sulla qualità e sul possesso palla, caratterizzato  dalla propensione alla riconquista del sfera feroce ed immediata, provando a comandare la partita secondo dettami e principi che impartisco ai miei calciatori. La scelta del modulo è relativa, secondo me, l'assetto strategico è  certamente importante ma contano di più l'atteggiamento e la fame della mia squadra.

L'esperienza con la Sambenedettese è stata caratterizzata da un inizio di stagione incredibile. Sono andato lì per guidare la squadra nel campionato di Serie C con una rosa veramente forte e con altri tre innesti si sarebbe potuto disputare davvero un campionato di vertice. Dopo un mese non ci siamo iscritti al campionato e siamo ripartiti dalla Serie D, praticamente senza giocatori tesserati,  dopo quattro giorni di allenamento siamo stati catapultati in campionato, giocando quattro partite in dieci giorni. La situazione era oggettivamente difficile e mi dispiace soprattutto per questo, perché non sono riuscito a fare punti.

Io come futuro allenatore del Palermo? Mi piacerebbe senz'altro. Anche da giocatore ho sempre cercato piazze calde e passionali in cui si parla sempre di calcio, aspetto che per certi versi è un bene e per altri è un male. Da allenatore per me è la stessa cosa. Io, strano a dirsi, vivo di pressione e di ansia e senza queste faccio fatica a lavorare. Quindi, sicuramente, testare la mia nuova dimensione professionale in una città come Palermo per me sarebbe il top.".

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