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Addio a Zamparini, Argento: “Orgoglioso del suo Palermo, fece un grande gesto”

Zamparini

Il ricordo di Rosario Argento, ex responsabile del settore giovanile del Palermo, per la scomparsa di Maurizio Zamparini

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Si è spento all'età di ottant'anni lo storico patron del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini. Il noto imprenditore friulano è morto nella notte all'Ospedale Cotignola di Ravenna per alcune complicazioni legate ad un problema al colon che ne aveva determinato il ricovero nei giorni scorsi.

Nella storia della società rosanero, Zamparini è stato sia il presidente, sia il proprietario, rimasto più a lungo in seno al club (dal 21 luglio 2002 al 27 febbraio 2017 e dal 21 luglio 2002 al 1° dicembre 2018), portando il Palermo in alto: dalla promozione dalla Serie B alla A, all'Europa League fino alla finale di Coppa Italia.

Un Palermo capace di dare scacco alle big del calcio italiano, in grado di conciliare gioco, risultati e spettacolo. Viaggio di palpiti, emozioni, amore e fierezza. Fremiti, speranze e lacrime. Di gioia e anche di amarezza. Intervistato ai microfoni di Mediagol.it, anche Rosario Argento, ex responsabile del settore giovanile del Palermo, ha ricordato l'ex numero uno di viale del Fante.

"Io ho avuto l’opportunità di conoscerlo da vicino sempre in maniera silenziosa. Ho sempre pensato che lavorare con le dirigenze ed i responsabili tecnici con il settore giovanile è un servizio al servizio. È importante lanciare ragazzi che poi possano dare una mano alla società per il futuro. Nel 2009 il Palermo conquistò lo scudetto Primavera e lo ricordo con orgoglio. Fu un risultato storico che poi ci aprì la porta anche per partecipare alla supercoppa persa ai calci di rigore con il Genoa. Arrivare l’anno dopo in finale di Coppa Italia contro il Milan fu un altro grande risultato. Al di là di ciò, dedicammo la vittoria del 2009 al presidente Zamparini perché quello fu anche il giorno del suo compleanno. Lui volle venire a Palermo perché il sindaco di allora Cammarata lo ospitò insieme ai dirigenti come Sagramola e Micciché per consegnare delle medaglie ricordo da parte della città. In quell’occasione vidi Zamparini davvero partecipe, orgoglioso della sua società.

Raggiungere i fasti di un tempo? Nella vita io ho fatto parte con grande orgoglio di un Palermo che non aveva le disponibilità di Zamparini ma portare la maglia rosanero diventa la parte più importante. Io parlo da palermitano e sono stato fortunato di far parte di questa piccola storia. Ricordo che quando il presidente con Sagramola ci comunicò che potevamo assistere alla partita finale della Coppa Italia a Roma, noi andammo con l’aereo del Palermo insieme alla squadra. Fu un gesto di grande amore verso gli impiegati che hanno poca visibilità ma che mandano avanti la macchina giornalmente. Lui compiva tanti gesti di beneficienza e chiedeva sempre di non dirlo a nessuno. Offriva sempre il proprio aiuto a chi ne aveva bisogno. Quando facevamo la festa di Natale per il settore giovanile al teatro Don Orione facevamo partecipare anche i genitori dei calciatori. Veniva anche la prima squadra a portare gli auguri e noi dicevamo ai ragazzi tesserati di portare qualcosa da mangiare per i poveri della borgata. Questa cosa lui l’apprezzava tantissimo e si aspettava qualcosa di ancora più in grande l’anno successivo. Abbiamo vissuto un periodo bello dal punto di vista sportivo ed anche del coinvolgimento. Eravamo dei gruppi uniti nel bene e nel male. Eravamo rimasti alla fine della finale di Coppa Italia del 2011 a dare una mano. Tornammo insieme a Palermo a Sagramola distrutti ma allo stesso tempo felici per il traguardo raggiunto".

 

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