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conferenza stampa

Parma, Pecchia: “Abbiamo identità precisa. Venezia? Con Vanoli cambio di passo”

Parma
Le parole del tecnico del Parma in vista della sfida contro il Venezia

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E' tutto pronto per la sfida tra Venezia e Parma, in programma lunedì allo stadio "Penzo": ultimo impegno in campionato per entrambe le compagini, reduci rispettivamente dai ko contro Perugia e Spal. Una sfida presentata in conferenza stampa dal tecnico dei crociati, Fabio Pecchia.

“Per me la partita più importante è sempre quella che viene. Il Venezia ha un gruppo che l’anno scorso ha fatto la A e ora si trova in una posizione non semplice. Tutti vorranno giocarsela nel migliore dei modi. Sarà una gara diversa da quella contro la SPALAbbiamo qualcosa di simile, sono una squadra con tanti giocatori stranieri. Forse le uniche due del campionato cadetto. Ma conta fino ad un certo punto. Però ci sono tanti giocatori in evoluzione, giovani e nuovi. Ha cambiato sistema ed allenatore, gioca in maniera diversa da noi per la disposizione dietro. Ma dal cambio di allenatore hanno avuto un cambio di passo. In mezzo al campo hanno forza e accompagnano bene l’azione, poi davanti sono veloci”.

“Senza parlare del risultato, che si vince va bene e si perde va male, io vedo una squadra con un’identità ben precisa e ben chiara. Mi dà grande soddisfazione. La partecipazione quotidiana ed in partita mi dà fiducia ma anche rabbia. E’ stato raccolto troppo poco per quello che è stato fatto”. 

Non ho mai parlato di fortuna o sfortuna. Sul caso di Vazquez però qualcosa ho dovuto dire. In diciotto partite, uno può sbagliare, ma quante volte hanno salvato tiri sulla linea, anche con il ginocchio come domenica, che può succedere che poi finisca dentro, perché Franco l’ha colpita bene. Si può solo insistere e cercare di migliorare per portare a casa il risultato”.

“Manca fame ai nostri attaccanti? Sono d’accordo, assolutamente. Però noi fino alla trequarti ci arriviamo bene e poi ci mancano forse gli ultimi dieci metri. Arriviamo a ridosso del portiere tante tante volte. Possiamo parlare di qualità o di fame, ma io dico che quello che facciamo al momento non è sufficiente per vincere le partite. Le altre squadre con molto meno portano a casa il risultato. Non superano la metà campo e portano a casa il risultato. Quello che facciamo noi non basta, magari servirà essere più “sporchi” e dobbiamo lavorarci. Non portare a casa i risultati quando hai del materiale è un grande dispiacere. Poi la possiamo definire fame o cattiveria, vedete voi”.

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