Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

serie a

Parma-Atalanta, D’Aversa: “La Dea esempio da seguire. 150 panchine? Un onore immenso”

Il tecnico dei ducali alla vigilia del match contro gli orobici

Mediagol77

Il Parma nelle ultime due uscite ha conquistato sei punti e ottenuto la matematica salvezza.

I ducali nel corso della stagione avrebbero senza dubbio ambire a una posizione più importante, magari a un posto nella prossima edizione di Europa League. La serie negativa che ha colpito i gialloblu dopo il lockdown ha compromesso il sogno di città e tifosi che hanno comunque potuto contare su un organico di livello che spesso ha regalato prestazioni da incorniciare. Il tecnico del Parma, Roberto D'Aversa, ai canali ufficiali del club, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni alla vigilia del match contro l'Atalanta.

"Domani dovremo avere la voglia per affrontare una delle migliori squadre del campionato. Giocheremo contro una squadra che ha la possibilità di andare avanti anche in Champions League e quindi, nonostante magari possa sembrare che dal nome che arrivi una squadra provinciale, invece non lo è. L’Atalanta in questi anni è cresciuta molto e credo che sia una squadra ed una società da prendere come esempio, partendo dal Settore Giovanile stanno facendo cose importanti e sono riusciti a costruire un qualcosa di bello. Se si ragiona sulla formazione, sulla squadra, hanno una rosa forte dal punto di vista fisico ma anche della qualità. 150 panchine? Per me è una soddisfazione a livello personale, perché dopo Nevio Scala sono l’allenatore che ha fatto più panchine in campionato con questo club ed è un motivo di grande orgoglio. È un numero di panchine nel quale si sono incanalati risultati importanti, ovviamente non paragonabili a quelli di Nevio Scala. Il fatto di essere arrivato quando eravamo in Lega Pro e avere adesso la possibilità di chiudere potenzialmente a 52 punti nel secondo anno di Serie A, che storicamente insieme al primo anno è il più difficile per le neo-promosse, è un motivo di orgoglio. Non bisogna, comunque, mai pensare a quello che si è fatto ma bisogna ragionare su ciò che si dovrà fare".