"Dispiace sia stato infangato il mio nome e quello della mia famiglia per dei messaggi, non ho mai pensato di mandare messaggi per un secondo fine. Lo giuro sui miei figli, io sono una persona corretta, sono sempre stato un esempio per i giovani per la mia professionalità".
serie b
Caso Parma, la deposizione di Calaiò: “Io sempre corretto, lo giuro sui miei figli”
La deposizione dell'attaccante del Parma davanti alla Corte d'Appello Federale: "Voglio uscire pulito da questa situazione"
E' lo sfogo di Emanuele Calaiò, attaccante del Parma accusato di tentato illecito sportivo a seguito degli sms inviati al collega dello Spezia, Filippo De Col, pochi giorni prima dell'ultimo match del campionato di Serie B, andato in scena lo scorso maggio allo stadio Alberto Picco e vinto dalla squadra di Roberto D'Aversa.
Ha preso il via, infatti, presso la Corte d'Appello Federale, il processo di secondo grado sui ricorsi presentati dal Parma, dal giocatore stesso e dal Palermo contro le sanzioni inflitte dal Tribunale Federale Nazionale lo scorso 23 luglio, che ha condannato il centravanti palermitano a due anni di squalifica.
"Speravo di non dover arrivare a questo punto per difendermi da una cosa che non ho mai fatto - ha proseguito Calaiò, rivolgendosi alla Corte - Vorrei finire la mia carriera come l'ho iniziata, professionalmente, correttamente e con la limpidezza che mi ha sempre contraddistinto. Se avessi voluto alterare una partita, sicuramente non lo avrei fatto con Whatsapp ma da Parma a La Spezia sono un'ora di macchina e sarei andato lì di persona. Voglio uscire pulito da questa situazione, tutti quanti siamo stati parecchio danneggiati e sbattuti in prima pagina. Ne abbiamo passate abbastanza".
La decisione della Corte d'appello è attesa entro stasera.
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