serie c

Vibonese-Palermo 0-0: voglia ed equilibrio non bastano, la banda Boscaglia sbatte su Marson e non va oltre il pari

Il Palermo non va oltre il pari contro la formazione calabrese

Mediagol8

Al triplice fischio va in scena il festival dei rimpianti in casa rosanero.

Contro un avversario ostico e tignoso ma non certo irresistibile, peraltro in inferiorità numerica per mezz'ora abbondante dall'avvio di ripresa, la vittoria era oggettivamente alla portata del Palermo di Boscaglia. La formazione rosanero invece porta in dote dalla trasferta in terra calabra appena un punto che non conferisce certo l'auspicato slancio al suo campionato.

Al "Luigi Razza" il Palermo ha disputato la sua onesta partita. Marcando una chiara supremazia territoriale e detenendo a lungo il pallino del gioco.

Personalità, voglia ed intensità non sono mancate agli uomini di Roberto Boscaglia. Bravi a creare quattro nitide occasione da rete neutralizzate da un Marson davvero in giornata di grazia. La sensazione è che, purtroppo, qualità e risolutezza siano venute meno nei momenti topici della sfida alla formazione siciliana. Specie nella ripresa, giocata quasi per intero con l'uomo in più, il Palermo avrebbe potuto, probabilmente, essere più lucido ed incisivo in fase di rifinitura e finalizzazione, calciando con maggiore frequenza verso la porta dei padroni di casa. Obiettivamente, la squadra rosanero ha mostrato sensibili progressi in termini di compattezza, abnegazione ed equilibri nello svolgimento delle due fasi di gioco. Il Palermo visto oggi è stato molto coeso e disciplinato sul piano tattico, ricomponendo la densità ogni qualvolta la sfera era in possesso dell'avversario, mantenendo le giuste distanze tra i reparti, muovendosi in modo armonioso e corale con e senza palla. Campo coperto e tenuto da squadra, inerzia del match in mano e zero rischi in fase difensiva.

Boscaglia deve aver lavorato alacremente e con grande scrupolo in settimana su certi concetti, al fine di porre rimedi a scompensi ed incongruenze causa di numerosi imbarazzi tecnico-tattici nelle scorse settimane.

Il 4-2-3-1 schierato inizialmente ha visto l'utilizzo di Lancini in luogo dello squalificato Marconi al fianco di Somma., Accardi e Crivello confermati esterni bassi sulle corsie, Odjer-Broh tandem di interni in zona nevralgica, Luperini finto trequartista nel cuore del tridente completato da Valente e Kanoute con Lucca unico terminale offensivo. Linea del pressing molto alta, Broh e Luperini pronti ad accorciare in avanti con Lucca per sporcare il primo giro palla calabro, Odjer a distribuire e schermare, Valente e Kanoute pronti a ripiegare sotto palla in fase di non possesso.

Quando la sfera la gestivano i padroni di casa, il Palermo si spalmava sul rettangolo verde con una sorta di 4-5-1 molto corto e stretto che riduceva al minimo interspazi e profondità all'avversario. Due le chances importanti sviluppate dagli ospiti nella prima frazione: un bolide di Odjer dalla distanza con Marson pronto ad opporsi d'istinto, ed un'imperiosa incornata di Lucca su cross al bacio di Valente con l'ex portiere rosanero a dir poco prodigioso.

Il Palermo ha fatto la gara cercando di sfiancare l'avversario con un forcing costante, dipanando le proprie trame in ampiezza, sfruttando al meglio funzionalità e gamba delle catene laterali. Accardi-Kanoute da una parte, Crivello-Valente dall'altra: spinta propulsiva e cross in quantità industriale, non sempre ben calibrati, per la testa di Lucca o l'inserimento di un centrocampista.

Giocata lineare, fluida e ben eseguita, forse fin troppo reiterata in seno ad una proposta offensiva un po' monocorde. Mai l'inserimento  di un centrocampista a sfruttare il varco aperto dal movimento del terminale offensivo, mai un taglio interno con il tempo giusto da un estremo del tridente, una palla messa a rimorchio, tantomeno un'imbucata in verticale che sparigliasse le linee avversarie. Il copione non è mutato granché nei secondi quarantacinque minuti.  Marson ha tirato fuori un'altra parata monstre su percussione e destro secco di Kanoute da distanza ravvicinata.

L'espulsione di Statella e l'inferiorità numerica hanno implementato attenzione e vigoria dei calabresi in fase difensiva. Boscaglia si è giocato la carta Saraniti in luogo di Lucca. L'attenzione si è spostata dal rettangolo verde alle due panchine, contesa di cambi tra i due tecnici senza grandi effetti tangibili sul terreno di gioco. Rauti e Floriano hanno rilevato Valente e Broh, quindi ultimi dieci minuti anche per Corrado e Silipo in luogo di Crivello e Kanoute. Il Palermo ha continuato a provarci, la Vibonese si è progressivamente abbassata a protezione di Marson. Il portiere di casa ha arricchito la teca delle parate da sigla televisiva, volando su un destro dai venti metri di Rauti. Quando non ci è arrivato lui ci hanno pensato i compagni a salvare sulla linea come in occasione della chance sul piede di Saraniti in pieno recupero.

Generosità e spirito indomito alla vana ricerca del lampo che diradi il grigiore di un campionato ancora senza precisa dimensione.

Un Palermo non certo baciato dalla buona sorte ma al contempo incapace di dare qualità e varietà alla propria proposta offensiva, pur in presenza di una chiara superiorità tecnica al cospetto di una Vibonese stanca e in dieci uomini, che si è aggrappata ad orgoglio e vis agonistica per difendere la conquista di un punto prezioso

Avanti piano. Forse troppo per coltivare sogni di gloria.  Il crocevia natalizio al "Barbera" contro il Bari potrebbe dare delle risposte molto indicative in tal senso.

 

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