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U.S. Città di Palermo, la lista dei cattivi della Corte Federale: la colpa del crac ricade su Zamparini

L'ex patron friulano è stato inibito per cinque anni come confermato dal collegio presieduto da Mario Luigi Torsello

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La Corte Federale d'appello lo scorso 3 settembre ha confermato che il fallimento del vecchio Palermo fu colpa di Maurizio Zamparini.

L'ex patron friulano è stato inibito per cinque anni e, come confermato dal collegio presieduto da Mario Luigi Torsello, insieme a lui sono stati deferiti i diversi amministratori della società che si sono succeduti nel tempo a eccezione di Rino Foschi. Il dirigente romagnolo fu deferito al Tribunale Federale Nazionale, ma in un secondo momento (11 settembre 2020) lo stesso deferimento fu dichiarato inammissibile. Foschi assunse il ruolo di presidente del Cda e, come si legge sull'edizione odierna de 'Il Giornale di Sicilia',  è stato dichiarato estraneo ai fatti al contrario di Maurizio Zamparini e di alcuni dei suoi collaboratori. Questi infatti «...avrebbero operato per molti anni violando i principi della corretta gestione, con costi nettamente superiori

a ricavi, compensati di volta in volta, ove possibile, con plusvalenze sul diritto alle prestazioni dei calciatori o operazioni relative straordinarie senza azioni ed interventi strutturali di riequilibrio della gestione ordinaria».

La situazione sopra citata si riferisce alla cessione di Mepal che ha creato un credito di circa 40 milioni mai riscosso. La Corte ha anche confermato la responsabilità evidente di Walter Tuttolomondo che è stati inibito a cinque anni alla pari di Maurizio Zamparini, con Arkus Network che ha provocato danni per una cifra che oscilla tra i 30 e i 35 milioni di euro.

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