di Nicolò Cilluffo
il riscatto
Sudtirol-Palermo, riscatto Pigliacelli: dal Barbera al Druso, l’errore che tempra
L'errore che forgia e rende più forte. Cadere per poi rialzarsi, incassare i colpi per poi sferrarli. Raccogliere dal suolo mattoni sgretolati di certezze che, in quell'istante, sembrano essere svanite nel nulla. Questione di carattere e temperamento. Il tempo scandito da gesti, le emozioni a far da collante tra calcio e vita. In quello spazio nascosto nell'angulus di cuore in cui cercare il senso di una situazione "anche se questa situazione, un senso non ce l'ha", per citare il grande Vasco.
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Il ruolo del portiere nasconde insidie di ogni specie. Concentrazione, coraggio e un pizzico di sana follia: prerogative imprescindibili per chi si erge a ultimo difendente di un gruppo che rema verso un'unica direzione. Bisogna essere predisposti a prendersi carico di certe responsabilità, è necessario avere l'attitudine a mandare giù bocconi amari, stringendo pugni e denti, scacciando con vigore le nubi che incombono sopra la traversa di propria competenza.
Lo snodo cruciale dell'avventura di Mirko Pigliacelli in rosanero risale all'uno ottobre scorso. C'è un prima e c'è un dopo rispetto alla prestazione sciorinata contro il Sudtirol. Un errore tecnico, più che di concetto, che è costato la sconfitta di misura al Palermo di Corini contro la squadra di Bisoli. Una topica colossale sulla pressione di Odogwu che poteva indirizzare la stagione dell'estremo difensore in una direzione tangibilmente complicata. Le critiche acuite da un inizio di campionato non all'altezza delle aspettative da parte della formazione di Corini. Spalle larghe e petto in fuori per restare in piedi anche nel cuore della tempesta.
L'unica medicina è il lavoro. Far tesoro dei propri sbagli e trasformare la rabbia in energia positiva per spingersi oltre i propri limiti. Le critiche che diventano applausi, i malumori che si trasformano in esultanze sfrenate per interventi decisivi che hanno portato al Palermo punti preziosi in campionato. Un totale di settantotto parate, otto le partite con porta inviolata. Un'abilità straordinaria nell'iniziare l'azione dal basso. Un playmaker dai piedi di velluto mascherato da portiere, il 68% circa dei passaggi riusciti alla sorgente del primo possesso. Sicurezza trasmessa ai propri compagni, spigliatezza nelle uscite alte.
La prossima tappa del riscatto firmato Mirko prende il nome di stadio "Druso", dove Pigliacelli troverà un'altra volta davanti a sé Odogwu e compagni. Dal Sudtirol al... Sudtirol. La forza mentale che rende grande un portiere, la capacità di archiviare e ripartire a mille all'ora che sposta il labile confine che esiste tra una vittoria e una sconfitta.
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