Pochi giorni, ma intensi. Breve esperienza, ma istruttiva. Un primo approccio col mondo dei grandi per farsi un'idea dei requisiti richiesti dal calcio al di qua dell'Oceano. Nelle scorse settimane Gabriel Strefezza, talentuoso esterno brasiliano classe '97, è entrato in contatto con ben tre realtà del futbol europeo. Dapprima ha sostenuto un provino con il Palermo di Ballardini, quindi ha trascorso delle giornate con la Primavera della Lazio, infine una parentesi con lo Sporting Lisbona.
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Strefezza a Mediagol: “Le mie verità sul Palermo e lo spogliatoio rosa. Cassini è pronto per giocare, mio messaggio a Ballardini”
L'intervista esclusiva all'esterno brasiliano classe '97.
"Posso premettere una cosa?, domanda Stefezza.
Certamente.
"Vi assicuro che, tra le tre, il Palermo è la squadra più forte con cui mi sia allenato recentemente. Nessuna retorica. Sì, è vero nella Primavera biancoceleste ho trovato diversi giovani interessanti e con molta esperienza tra i grandi. Però - ci tiene a precisare - la qualità che ho visto nei calciatori del Palermo, non l'ho vista da nessun'altra parte. Mi sarebbe piaciuto far parte del gruppo rosanero, ma in quel ruolo i siciliani sono ben attrezzati".
Già. Sulla fascia destra, Ballardini è ben coperto. Gerolin disse "Abbiamo tre calciatori in grado di ricoprire quel ruolo", includendo anche Struna, la cui natura è più da terzino basso. Le tue qualità sono invece più vicine a quelle di Rispoli e Morganella...
"Due ragazzi splendidi - afferma il brasiliano -. Con loro ho condiviso appena pochi giorni, ma mi sono bastati per capire che sono dei calciatori bravi, leali e d'esperienza. Mi ha colpito molto il carattere di Morganella: Michel è una persona incredibile, un ragazzo che cerca sempre di fare gruppo e aiutare i più giovani. Con lui ho parlato spesso in quei giorni in cui sono stato in Sicilia. Da Morganella e da Rispoli ho provato a imparare la parte tattica, aspetto che in Brasile viene allenato solo in parte. Quando un brasiliano, o in generale un sudamericano, approda nel calcio italiano, la prima cosa con cui deve scontrarsi è proprio la tattica. In questo senso, ho visto come loro due interpretano tatticamente il ruolo di esterno di fascia: li ho osservati tanto, hanno un'esperienza tale che fanno tutto a memoria, cercherò di ricordarmi sempre le linee-guida insegnatemi da loro".
Eccezion fatta per qualche recente episodio - che ha portato all'epurazione di tre giocatori - la forza della squadra rosanero è stata proprio il poter far affidamento sull'altro. Un gruppo coeso e affiatato. Cosa ti ha colpito maggiormente dello spogliatoio rosanero?
"Ho vissuto pochissimi giorni con la squadra rosanero, ma mi sono bastati per percepire la bontà e l'affiatamento del gruppo. Tutti i calciatori del Palermo mi hanno trattato benissimo. Lo spogliatoio rosa è fatto di persone serie, che sanno come trattare bene un compagno più giovane che è alle prime armi - spiega Strefezza a Mediagol.it -. Ho avuto la fortuna di vivere entrambi gli spogliatoi, sia quello di Ballardini (la prima squadra, ndr) che quello della Primavera. In quest'ultimo si nota nettamente l'animo di Giovanni Bosi, la cui prerogativa è l'unione: tutti uniti per il bene comune. Non a caso, non appena sono arrivato, un po' tutti i calciatori rosa hanno provato a comunicare con me anche se parlavo un'altra lingua. Mi ha fatto molto piacere essere con loro lì".
Che tipo di allenatore è Ballardini?
"Rispetto a chi lavora con lui quotidianamente, io posso dare un giudizio più approssimativo sul tecnico del Palermo. Ho notato che è un allenatore un po' silenzioso, nel senso che guarda gli sviluppi degli allenamenti, osserva i calciatori, ma parla poco con loro".
Quali calciatori ti hanno maggiormente impressionato tra i rosanero?
"Ne dico due".
Prego.
"Il primo è Franco Vazquez: il Mudo è un giocatore di un livello incredibile, è forte e si vede che di un'altra categoria. Il secondo è Edoardo Goldaniga: è giovane, ma per la facilità di interventi, attenzione e chiusure, non sembra che abbia 22 anni. Il futuro per lui è tutto da scrivere".
Lo è anche per Matheus Cassini, brasiliano come te e tuo connazionale...
"Sì, Matheus è un grande amico: con lui ho giocato molti anni e posso dire che, tra i giovanissimi del panorama calcistico, lui è uno dei calciatori con maggiori qualità tecniche".
Cosa diresti a Ballardini per convincerlo a schierarlo in campo?
"Non saprei (ride, ndr). Io so che un giorno, Matheus riuscirà a ritagliarsi il suo spazio in Serie A o in Europa. Mister Ballardini non vorrà mica essere ricordato in futuro come quel tecnico che non regalò l'opportunità a Matheus Cassini?! Mi sento spesso con lui (Matheus): ha una voglia matta di giocare e di mettersi in gioco. Il mese scorso, quando ho sostenuto il provino col Palermo, l'ho rivisto a distanza di tempo e l'ho ritrovato migliorato, è diventato un altro calciatore".
In che senso?
"Intanto tecnicamente è stato forgiato dai compagni maggiormente dotati, tra cui Vazquez; e poi ha lavorato molto dal punto di vista fisico, strutturandosi per bene. E' diventato un calciatore da Serie A. Non ha mai smesso di compiere sacrifici, anche perché supportato da una forte personalità che lo ha aiutato nei momenti più difficili. Ora non aspetta altro che il suo esordio tra i grandi".
E tu, invece, cosa aspetti?
"Anch'io ho una voglia matta di mettermi in gioco - ammette -. Ho vissuto al meglio queste tre esperienze e adesso sto tornando in Brasile per le vacanze, ma a gennaio dovrò sostenere tre provini con altrettanti club. Presto acquisirò il passaporto comunitario, sfaccettatura che può migliorare molte cose. Non vedo l'ora di conoscere la mia destinazione".
di Claudio Scaglione
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