"Ho praticato tennis con papà che era maestro, poi nuoto, basket, volley. E da agonista, per vincere". Lo ha raccontato Jacopo Segre, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Approdato nel capoluogo siciliano nel corso della sessione estiva di calciomercato, il nuovo centrocampista rosanero ha firmato un contratto che lo legherà al club di viale del Fante fino al 30 giugno 2025. Uno degli uomini-chiave del nuovo Palermo targato Eugenio Corini, il classe 1997 ha parlato dal ritiro all'Etihad Campus di Manchester.
LE DICHIARAZIONI
Segre: “Ritiro a Manchester? Che esperienza! Dal Milan al Torino, vi racconto”
"È un’esperienza eccezionale che ogni giocatore desidera fare da quando è ragazzino. Venire qui è una soddisfazione personale e di società, ti fa capire l’importanza di questo club, del loro gruppo, anche nei particolari, dall’erba dei campi curatissima all’ordine e alla pulizia degli spazi. Dobbiamo lavorare tanto per arrivare a certi livelli. Poi oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto il tour dell’Etihad, lo stadio del City, e sono rimasto colpito: qui sono un passo in avanti rispetto all’Italia, al top mondiale. Lo stadio è il simbolo della modernità ed efficienza, dagli spogliatoi al museo, non ci sono aggettivi per descriverlo", le sue parole.
DAL MILAN AL TORINO -"Sono stato in rossonero dai 9 ai 18 anni, mi allenavo con il mio attuale compagno Luca Vido, ex Atalanta, e giocavo con Locatelli e Donnarumma, più piccoli, o Calabria, un anno più grande. Una buona scuola di formazione. Questo Etihad Campus, ispirato a Milanello dove mi sono allenato spesso, è uno sviluppo, più moderno e all’avanguardia, una Milanello.4. Il Torino? Il granata era di famiglia. Il Toro è stato un trampolino di lancio, mi ha permesso di affacciarmi fra i grandi. Anche se poi mi ha prestato a Piacenza in C, al Venezia, al Chievo e alla Spal. Nel 2020 in granata Giampaolo mi ha permesso di giocare 12 gare fra A e Coppa Italia, è stato un sogno che si è avverato", ha concluso Segre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA