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Sabatini show: “Volevo Inter stile City Group, Miccoli top. Io alla Juventus…”

Palermo
Le dichiarazioni di Walter Sabatini, ex direttore sportivo del Palermo, a proposito della situazione in Serie A e delle sue ultime esperienze
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Un lungo passato da dirigente in Serie A per Walter Sabatini, per ultime le esperienze alla Salernitana e alla Roma. l'esperienzi anche all'Inter di Suning   Tante fasi dell'evoluzione del calcio italiano nella carriera manageriale prestigiosa di Sabatini, ormai più che ventennale. Quasi due anni a Palermo ricchi di soddisfazioni, ingaggiato come sostituto di Rino Foschi. Il dirigente nativo di Marsciano si è raccontato ai microfoni di Fanpage.it, ecco alcune delle sue dichiarazioni:

"Il calcio ha una sua importanza legittima perché accende i cuori, accende la fantasia, diverte e ha tutta una serie di requisiti che lo rendono necessario. Il calcio è uno sport necessario. Chi pensa il contrario non ha il minimo senso poetico. Non penso che il calcio italiano avesse bisogno di una rinascita, perché andrebbe apprezzato sempre. La Serie A rappresenta un agone di contesa eccezionale, non abbiamo nulla da invidiare agli altri campionati europei. Abbiamo migliori allenatori e calciatori fortissimi. Le prestazioni in Europa lo testimoniano. Plusvalenze Juventus?Perché si è verificato quell’inciampo della Juventus, che riguarda anche altre squadre (perché le plusvalenze incrociate non si fanno da soli, ci vuole il concorso di altre società). Io, ad esempio, quando prendo un giocatore ho sempre valutato prima di tutto se è un rinforzo per la squadra e se è un prodotto rivendibile. Cioè, se poteva rappresentare una plusvalenza in futuro. Non ho mai preso un calciatore solo per l’aspetto tecnico ma ho valutato anche l’aspetto valoriale ed economico. Questa è la cosa che dovrebbero far tutti perché con questo modo di operare si tengono a posto i conti delle società: io non sopporto club con posizioni debitorie di 200 milioni, lo considero uno scandalo e mi sento tradito come professionista visto che apparteniamo tutti ad uno stesso movimento e tutti dobbiamo concorrere affinché sia sano. Un giocatore per ogni caratteristica? Ecco. Velocità di pensiero, Pjanic. Visione di gioco? Totti. Tiro? Salah. Intelligenza tattica? Strootman. Creatività? Miccoli."

Sabatini si sofferma infine in particolare sulla sua esperienza all'Inter, terminata dopo nemmeno un anno a causa di alcune vicissitudini con la società Suning: "Non era impossibile quando sono partito per poterlo fare, anzi. Era incoraggiante l’atteggiamento di Suning e della proprietà. Il problema è che dopo c’è stato un intervento del governo, che con una direttiva ridimensionava il calcio e lo abbassava d’interesse sul piano degli investimenti. Questo ha portato ad un cambio di strategia sia per chi lavorava in Cina che all’estero e questo network, che avrebbe comportato degli investimenti su tutto il territorio europeo e sudamericano, è venuto meno. Il progetto nella mia mente esiste ancora perché è un modo di fare calcio molto remunerativo. È un’idea che ho ancora e la porterò avanti quando troverò un investitore o un club disponibile a farlo. Non è nella mia mentalità mollare"

 

 

 

 

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