Javier Pastore si racconta.
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Roma, Pastore si racconta: “Palermo da sogno, mi sentivo in vacanza. Mio futuro? Ho le idee chiare”
Le dichiarazioni rilasciate da Javier Pastore, ex numero 27 del Palermo: "E' stata un'esperienza molto bella, ci sono rimasto due anni"
Diversi sono stati i temi trattati dal fantasista della Roma, in una lunga intervista organizzata dal Talleres sul proprio canale ufficiale: dalla sua prima esperienza in Italia, in forza al Palermo, al suo futuro. Dopo un lungo periodo di eclissi calcistica, il suo talento era tornato a splendere nella Capitale, con Paulo Fonseca in panchina. El Flaco, infatti, sembrava aver ingranato la marcia giusta. Ed in occasione della sfida contro il Napoli, andata in scena lo scorso 2 novembre allo Stadio ‘Olimpico’, l’ex numero 27 rosanero si era guadagnato anche una meritata standing ovation a seguito di una prestazione brillante. Tuttavia, un nuovo problema all’anca gli ha tarpato le ali. E a gennaio sembrava ad un passo dall’addio.
"Vorrei terminare i tre anni che mi restano alla Roma nel modo migliore possibile e poi tornare in Argentina al Talleres. Non ci sono altre squadre argentine con cui mi vedo. Sono quattro anni che ho offerte dalla Cina, ma non mi interessa. Mi piace competere, giocare la Champions. Ho avuto offerte davvero buone, ma ci sono tante cose da mettere sulla bilancia. Per ora non ho intenzione di andare in Cina. Come va a Roma? In Italia si sono abbassati molto i contagi. Le cose sono più controllate per fortuna. Speriamo che continui così, soprattutto al nord dove le cose sono più complicate", sono state le sue parole.
PALERMO -"I primi tre mesi sono stati come una vacanza, sono sincero. Stavamo in hotel vicino alla spiaggia, quindi mi allenavo, poi tornavo all’hotel e andavo al mare. All’inizio è stata dura, avevo solo 19 anni. E' stata un'esperienza molto bella, ci sono rimasto due anni. La squadra giocava molto bene, era un sogno. Inizialmente ho avuto difficoltà dal punto di vista tattico, ma era bellissimo. Giocavo con giocatori già consacrati come Miccoli, Cavani e Balzaretti. Giocavo contro campioni come Buffon o Totti, non ci potevo credere. Volevo le maglie di tutti, era l’unica cosa che mi interessava. Chi è il giocatore che ti ha impressionato di più? Ho avuto la fortuna di giocare con tanti giocatori forti. Ibrahimovic, Cavani, Neymar, Mbappé, Thiago Silva, Verratti, Thiago Motta... De Rossi in un anno mi ha lasciato tante cose positive. Garay era il mio idolo e ho avuto la fortuna di giocarci insieme. C’è anche Messi o Riquelme, che ho sfidato".
HURACAN E TALLERES -"Huracan? Ho vissuto anni importanti, ho conosciuto persone che mi hanno aiutato molto. Ero molto giovane. L’allenatore mi ha dato tanto, dal primo giorno mi ha dato fiducia e questo mi ha cambiato la vita. Il calcio non non è solo talento, ma anche avere la fortuna di incontrare persone così. I tifosi del Talleres vogliono sapere quando tornerò? Non ho perso l’affetto per il Talleres. Ho tanti amici che ritrovo ogni volta che torno a Cordoba. Sono cose che non si perdono. Con Buffarini ci parlo spesso. Recentemente mi ha detto che sarebbe bello tornare insieme e che sarebbe un sogno. La voglia c’è sempre ovviamente. E’ un sogno che ho qui con me, ma che per ora non posso toccare con mano. Ma penso che si realizzerà. Non è solo il tornare a giocare a Cordoba, ma stare vicino ai miei amici e la mia famiglia, che sono le cose che mi mancano di più. A un certo punto hai bisogno di passare del tempo con loro", ha concluso Pastore.
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