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L'intervista

Rinaudo: “Il mio futuro con il Palermo? So bene cosa voglio. Centro sportivo il top”

Rinaudo

L'intervista esclusiva concessa da Leandro Rinaudo, responsabile del settore giovanile del Palermo FC, alla redazione di Mediagol.it

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L'importanza di un centro sportivo avveniristico e polifunzionale per la valorizzazione delle risorse in seno al vivaio di un club, l'interazione con le numerose scuole calcio cittadine, il rapporto professionale con il Palermo di Dario Mirri e gli obiettivi futuri . Leandro Rinaudo, responsabile del settore giovanile della società di viale del Fante, sviluppa diversi temi interessanti nel corso dell'intervista esclusiva concessa alla redazione di Mediagol.it.

Intervista realizzata da Leandro Ficarra

SUL CENTRO SPORTIVO -"So cosa significhi lavorare in un centro sportivo, è davvero bello perché hai tutto sotto controllo e non hai bisogno di spostarti. Sarebbe una svolta per il Palermo e per i palermitani, visto che non c'è mai stata una struttura del genere; credo che sia anche un fattore di crescita per i ragazzi. Non si dovrebbe avere lo stress causato dal doversi spostare in vari punti della città o l'ansia di dover lasciare il campo ad un certo orario perché dopo cinque minuti deve entrare in campo l'altra categoria. Tutta una serie di situazioni che permetterebbero di lavorare in un certo modo, come capita a club importanti che hanno un assetto organizzativo ideale e raggiunto risultati di livello. Spero che possa diventare realtà e che alla fine sia Dario a poterci riuscire perché anche in questa cosa sta mettendo tutta la buona volontà affinché i palermitani abbiano un gioiello impiantistico di cui andare fieri".

SCUOLE CALCIO -"Società palermitane? Tutte si sono messe a disposizione soprattutto quando il Palermo è rinato, abbiamo visto la loro vicinanza. Il Palermo in questo momento è in una categoria in cui è difficile prendere un ragazzo monitorato dal  Sassuolo o dall'Inter, alla fine però si lavora e si cerca di convincere le famiglie dei ragazzi con la nostra trasparenza e la riconosciuta professionalità. In molti mi fermano e mi dicono che non si vedeva un lavoro di un certo tipo da un po' di anni, questa à la cosa che mi fa stare bene. Si può sbagliare, ma l'impostazione di questo settore giovanile è ben strutturata anche se parliamo di un vivaio di una squadra che milita in Serie C".

SUL SUO FUTURO -"So dove voglio arrivare e cosa voglio fare, non sarà un anno, o una variabile professionale, a cambiare la mia mentalità. Questa è un'esperienza molto formativa che mi sta dando molto sotto il punto dell'arricchimento del mio background. Faccio questo lavoro con grande voglia e passione, non cosa potrebbe succedere in futuro, perché sappiamo che il calcio è imprevedibile e le cose possono cambiare repentinamente sia in positivo che in negativo. Per me la cosa più importante non è capire che tipo di direzione prenderà il mio rapporto con il Palermo, ma sapere cosa voglio raggiungere. Farlo con il Palermo ad altissimi livelli sarebbe bello, ma un professionista deve avere la consapevolezza che si può cambiare da un momento all'altro. Porto ad esempio i miei figli che hanno cambiato nel corso degli anni sette città e di conseguenza altrettante scuole. Siamo abituati ai cambiamenti, mi piacerebbe rimanere a Palermo per un lungo periodo ma sono cosciente che il calcio è imprevedibile. La cosa importante è fare le cose in modo onesto e professionale. A me piace praticamente tutto nel mondo del calcio: vivere il campo, gli allenatori, il calciomercato e anche i problemi che porta da gestire e risolvere. Il problema è che dove c'è visibilità e girano tanti soldi c'è falsità. Nella vita se non fai nulla sei un bravo ragazzo, se fai qualcosa di buono inizi a essere invidiato; molti non sanno che sacrifici ci sono dietro. A me piace molto il lavoro che svolgo e a volte sto anche fino alle 3 o alle 4 del mattino a farlo, odio la falsità ma purtroppo in questo mondo devi anche farla scivolare via. La mia speranza è che il settore giovanile possa avere qualche riflettore in più puntato addosso, come ho già detto siamo una grande famiglia in cui ognuno svolge il proprio lavoro al massimo e merita di vedere valorizzata adeguatamente la propria professionalità".

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