PICERNO-PALERMO

Picerno-Palermo 1-0: Reginaldo punisce un Palermo piatto e sterile, flop al “Curcio”

Un Palermo generoso ma sterile e privo di idee cade contro il Picerno. Decisiva una rete nel primo tempo di Reginaldo, compagine di Filippi macchinosa e sterile in fase offensiva

Mediagol (lf) ⚽️

Il Palermostecca quello era legittimamente annoverato alla vigilia come un esame di maturità nel percorso di crescita della compagine di Filippi.

La formazione rosanero ha ceduto di misura al tignoso e gagliardo, seppur tecnicamente non irresistibile, Picerno guidato da Colucci.

La firma vintage, ma prestigiosa e d'autore, di Reginaldo ha stoppato la parabola ascendente degli uomini di Filippi, reduci da cinque successi nelle ultime sei gare, scesi in campo al "Donato Curcio" sulla scia di tre vittorie consecutive. Un Palermo generoso ma decisamente mediocre, sotto ogni punto di vista, quello che ha ceduto il passo alla compagine lucana, scivolando al terzo posto in classifica e perdendo contatto con la capolista Bari che, da stasera, vanta sette lunghezze di margine sui rosanero. De Rose e compagni hanno sofferto vis agonistica, dinamismo ed aggressività degli avversari, perfettamente a loro agio sul manto sintetico e particolarmente accorti sotto il profilo tattico. Alla compagine siciliana sono certamente mancate lucidità, qualità e brillantezza: il Palermo ha lottato con ardore, ma non ha mai trovato ritmo, fluidità di manovra e velocità d'esecuzione per scompaginare la densità dei padroni di casa. Diverse le individualità sottotono quest'oggi in casa Palermo: De Rose non è parso elettrico e reattivo come di consueto, l'ex Reggina ha perso qualche pallone di troppo ed altri li ha distribuiti con insolita imprecisione in fase di costruzione. Dall'Oglio ed Odjer hanno fornito un contributo di sostanza ma ordinario, privo di acuti o accelerazioni che potessero dare un impulso significativo alla manovra. Valente non è sembrato tonico e performante come abitudine sul binario mancino, Almici ha fatto il suo, nulla di più, sul versante opposto. Il 3-5-2 disegnato da Filippi nella prima frazione è parso coeso ma piatto, con il Palermo detentore inerme e sterile del pallino del gioco per una ventina di minuti: fraseggio lineare, farraginoso e scolastico, senza sbocco decisivo in ampiezza o in profondità. Brunori e Fella a girare a vuoto, senza mai essere adeguatamente innescati dai compagni. Un gol subito in maniera ingenua ed evitabile: la parabola in verticale a spiovere di Dettori era di facile lettura per la linea difensiva, Marconi  avrebbe certamente potuto opporre una resistenza più strenua a Reginaldo, bravo a giocare di fisico ed astuzia nella circostanza.

La reazione imbastita nella ripresa è stata generosa ma confusa: Filippi ha cercato linfa nella forza d'urto di Soleri e nella freschezza di Luperini in prima istanza, quindi ha azzardato la carta Andrea Silipo, disponendo il Palermo con il 3-4-1-2. Il talento scuola Roma ha certamente conferito estro, brio e qualità tra le linee, saltando spesso il diretto avversario e imbucando un paio di volte con profitto per i compagni. Soleri ha impegnato Viscovo in un'occasione, Brunori ha calciato da buona posizione un paio di volte, la seconda sfiorando il palo nel recupero.

In mezzo, un rigore reclamato per un presunto tocco di mano, l'ingresso di Floriano ed il passaggio ad una sorta di 4-2-3-1 nel finale, l'espulsione di Marconi (doppio giallo) per una sbracciata troppo vigorosa su Gerardi. Un indice di pericolosità minimo in relazione al volume di gioco prodotto, poche le idee , ancor meno le conclusioni verso la porta avversaria. Una prestazione incolore al termine di un ciclo positivo e redditizio può starci, la stagione è lunga e non è il caso di drammatizzare l'inciampo oltremodo. Tuttavia, è altrettanto innegabile che bisogna trovar modo di imporre il proprio maggior tasso tecnico con formazioni toste sì, ma oggettivamente alla portata, se si vogliono realmente coltivare ambizioni di promozione.  Bisogna trovare fosforo, tracce e soluzioni corali in grado di scalfire anche una fase di non possesso attenta, accorta e vigorosa, riuscendo ad impensierire anche una squadra corta, coesa e aggressiva, capace di difendere con tutti gli effettivi sotto palla.