Parola a Giorgio Perinetti.
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Perinetti: “Cessione? Nessuna analogia col 2002, Zamparini era conosciuto. La squadra non è proccupata perché…”
Il dirigente romano, ex rosanero ed oggi al Genoa, spiega le differenze tra l'attuale cessione societaria al gruppo inglese e quella che vide protagonista Zamparini nel 2002
L'ex dirigente rosanero, oggi direttore generale del Genoa di Enrico Preziosi che si gode i gol del polacco Piatek, non esita a seguire con attenzione le vicende societarie del club siciliano. L'arrivo del gruppo inglese, che entro il prossimo 30 dicembre secondo accordi dovrebbe chiudere per l'acquisizione del 100% delle azioni del club, lascia qualche dubbio anche all'esperto dirigente romano. Perinetti, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, spiega però così l'ottimo rendimento della squadra di Stellone: "La squadra non risente del momento societario perché c’è Rino Foschi che è una persona di grandissima esperienza, il riferimento la squadra ce l’ha e si preoccupa relativamente. Però questa è una situazione che può valere a livello transitorio. Perché appena ci sarà il cambio di categoria, il rinnovo dei contratti, ci vorranno figure ben precise che siano l’espressione della nuova proprietà".
Un passaggio di proprietà rosanero, però, Perinetti lo aveva già vissuto nel 2002 quando Zamparini rilevò il club da Sensi: "Non ci sono analogie, in quel momento Sensi doveva dismettere alcune attività come Nizza, Foggia e Palermo per convogliare tutto sulla Roma, però si parlava di acquirenti come Zamparini che in quel momento era un presidente di una certa importanza perché aveva fatto bene con il Venezia. Non poteva esserci questa preoccupazione. Con Ferrara e Polizzi, fu stupendo, diventavo cittadino palermitano perché in quei giorni nasceva mia figlia lì. Fu la prima volta da dirigente in prima linea con delle responsabilità".
"Con Sensi ci fu la bella simbiosi con la Roma, la promozione in B e se non ci fosse stata la volontà del presidente di andare via noi a gennaio in B con Mutti, centrando tre obiettivi, saremmo, anche potuti andare in A. Con Zamparini il primo anno fu tumultuoso per l’arrivo di Lo Monaco, poi tornai senza poter fare il mercato di gennaio e retrocedemmo. Però ci fu quella gloriosa cavalcata in A l’anno seguente con una squadra che aveva un attacco da A".
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