serie b

Parma-Palermo 3-2: Il tris di Calaiò stordisce i rosa, la sveglia suona troppo tardi

Ducali avanti con un gol di Calaiò viziato da un probabile fuorigioco di Lucarelli. Palermo per un'ora superficiale e distratto che regala due gol all'arciere. Reazione veemente ma tardiva nella ripresa: Nestorovski e Rajkovic accorciano ma non...

Mediagol2

di Leandro Ficarra

Rabbia e rimpianti.

La sfida del "Tardini lascia in dote più di una recriminazione al Palermo di Tedino. Di matrice tecnica ed arbitrale.  L'episodio che ha sbloccato il match suscita inquietanti dubbi in materia di legittimità sul piano regolamentare.

Genesi  e dinamica poco nitide e di non semplicissima interpretazione.

Sulla palla inattiva ducale, c'è un primo tocco che innesca la torre di Lucarelli. Paternità della giocata da ascrivere a Munari o Jajalo?

Nel primo caso la posizione di off side segnalata dall'assistente al centrale emiliano avrebbe, inconfutabilmente, comportato l'annullamento della conseguente rete di Calaiò. Viceversa, la decisione del direttore di gara, che ha convalidato il vantaggio parmense, sarebbe da reputare ineccepibile.

La sensazione è che l'impatto sulla sfera sia quasi simultaneo, ma il sospetto che l'ultimo tocco, con il tacco, sia del centrocampista di D'Aversa è molto forte.

Tanto pregnante da suscitare proteste e tilt nervoso in casa rosanero.

Cinque minuti da horror in cui la compagine di Tedino ha rimediato tre cartellini gialli e regalato ingenuamente un rigore (punita da Marinelli un'entrata incauta di Rajkovic su Munari) agli avversari. Complicando maledettamente la sua partita.

Calaiò, che ha sognato a lungo di poter calciare questo penalty a maglie invertite, si è confermato realizzatore lucido ed implacabile.

Nestorovski, Pomini e Rispoli, inviperiti con l'arbitro, sono finiti sul taccuino dei cattivi per proteste. Il retaggio di insofferenza e tensione rosanero era in realtà pregresso e circostanziato: poco prima del vantaggio crociato, un intervento scomposto ed in ritardo proprio di Lucarelli sul macedone, in piena area di rigore, non era stato reputato degno di sanzione.

Per quanto comprensibile fosse il disappunto degli uomini di Tedino, il blackout nervoso seguito al vantaggio parmense è stato masochistico ed imperdonabile. Quei dieci minuti, farciti di proteste e frustrazione, hanno segnato ineluttabilmente il corso della gara.

Quando si è rimesso a giocare a calcio, nell'ultimo scorcio della prima frazione, il Palermo ha creato un paio di chances per riaprirla subito.

Una, davvero clamorosa, con Nestorovski che non ha impattato con la giusta cattiveria un assist di Aleesami, magistralmente imbeccato da Jajalo, facendosi murare da Gagliolo a portiere battuto.

L'ennesimo omaggio di inizio ripresa, linea difensiva imballata e statica, che non accorcia né scappa su palla scoperta, facendosi bucare dall'inserimento di Dezi, veniva scartato ancora dall'arciere che sembrava chiudere definitivamente i conti.

Tedino aveva iniziato la ripresa rompendo gli indugi.

Dentro La Gumina per Murawski e nuovo dirottamento nel ruolo di mezzala offensiva per Igor Coronado.  Teoricamente la mossa dovrebbe implicare un passaggio al 3-4-1-2 con l'ex Trapani elastico tra le linee. Il brasiliano parte però da molto lontano, partecipando alla prima imbastitura della manovra e facendo di fatto l'intermedio in fase di non possesso. La reazione rosa, sotto il profilo della personalità, dell'intensità, del carattere, è stata di livello.

Jajalo è salito in cattedra in mezzo al campo, andando ben oltre la consueta ed apprezzabile regia scolastica e muscolare.

Una parabola dolce e ricercata, per esecuzione e pensiero, a squarciare la linea difensiva ducale e baciare la testa di Nestorovski. Giocata di qualità del numero otto rosa che ha riacceso luci e speranze, sbloccando il bomber macedone e scuotendo animo e psiche della formazione rosanero.

Il Palermo è di fatto divenuto padrone del campo, alzando il baricentro ed imbastendo un forcing intenso, lineare e ragionato.

Non particolarmente incisivo e proficuo in termini di nitide occasioni da rete.

Comunque vigoroso e costante. Il centrocampista bosniaco ha egemonizzato la zona nevralgica, sfornando altre interessanti giocate in verticale per Gnahoré e La Gumina.

La spinta sugli esterni è stata equamente ripartita su entrambe le corsie con Rispoli ed Aleesami. Sovrapposizioni frequenti ma prive di brillantezza e precisione al momento di dosare il cross.

Coronado, una quindicina di metri indietro, impreziosirà anche la tessitura delle trame ma riduce drasticamente il suo indice di pericolosità.

Defilare dalla zona calda il tuo calciatore più estroso, tecnico e creativo, nonché tra i pochi (forse l'unico) in grado di saltare l'uomo e generare superiorità numerica, non ci sembra una soluzione arguta e redditizia.

Specie quando un avversario fisico e smaliziato si chiude a riccio negli ultimi trenta metri.

Optando per un 5-3-2 granitico con due esterni spiccatamente votati alla fase difensiva.

Così Nestorovski e La Gumina non hanno ricevuto palloni giocabili e particolarmente invitanti.

Nonostante il Palermo avesse costantemente in mano il pallino del gioco, non è riuscito a spaventare oltremodo Frattali.

Forse complice lo stato di forma non brillante del macedone, il ricorso alle due punte di ruolo non sembra essere al momento il viatico ideale per sfruttare attitudini e stato di grazia del giovane attaccante palermitano.

Tedino ha cercato un po' di freschezza sul binario mancino con Rolando che ha rilevato un Aleesami comprensibilmente lontano dalla migliore condizione.

Dawidowicz è stato di fatto un cambio obbligato per il tecnico rosanero in virtù delle condizioni precarie di Struna nel finale.

Tuttavia, nonostante sia Jajalo che Gnahoré avessero ormai sovrastato gli omologhi di ruolo, catalizzando ed alimentando  manovra rosa, il Palermo non ha più trovato qualità, tempo e spazio per bucare il dispositivo difensivo di D'Aversa e calciare verso la porta emiliana.

Ci ha pensato Rajkovic con una sortita estemporanea da bomber vecchio stampo a regalare un ultimo sussulto.  Una manciata di secondi nel cuore dell'extra-time ed un paio di ultimi generosi ed arrembanti assalti. Purtroppo infrantisi sul muro crociato.

Le recriminazioni arbitrali in casa Palermo possono certamente essere comprensibili ed oggettivamente argomentate. Non costituiscono, però, causa unica e preponderante della sconfitta patita al "Tardini".

Ordinato ma abulico e supponente il Palermo della prima mezz'ora.

Ritmi blandi, gioco stagnante in orizzontale, scarsa spinta propulsiva sulle corsie, poca profondità. La svista arbitrale, errore o decisione avversa che sia, non può causare un' impasse nervosa tale da smarrire la lucidità e tenuta mentale.

Regalando di fatto seconda e terza rete gli avversari.

Troppe volte la linea difensiva di Tedino, in lettura ed in marcatura, è stata deficitaria al cospetto di una squadra dotata di un reparto offensivo di livello.

La scelta di Tedino di escludere dall'undici titolare un La Gumina in vertiginosa ascesa, di condizione ed autostima, preferendogli Nestorovski, caparbio e generoso, ma visibilmente appannato, farà certamente discutere.

Al netto di esperienza, caratura e gerarchie, la sensazione è che, per attitudini e caratteristiche tecniche, dinamismo, movimenti e vivacità del talento palermitano siano in questo momento fondamentali per lo sviluppo della fase offensiva di questa squadra.

Così come appare una soluzione estremamente infruttuosa, in termini di equilibri, coesione ed incisività, la rinuncia  ai tre centrocampisti puri ed il conseguente arretramento di Coronado nel ruolo di intermedio.

Come privarsi del genio e del talento del brasiliano in rifinitura e finalizzazione negli ultimi venti metri? Quanto l'impiego simultaneo di La Gumina e Nestorovski giova alla squadra in termini di rendimento dei singoli ed efficacia della proposta offensiva? Quesiti legittimi.

Non sarà semplice adesso per Tedino compiere delle scelte al contempo forti e delicate nella fase decisiva della stagione in ottica promozione diretta.

Sono numerosi e variegati i fattori da ponderare e di cui tener conto.

Sul piano tattico e dello stato di forma dei singoli, il campo pare fornire indicazioni inequivocabili.

L'operazione sorpasso è momentaneamente fallita ma il calendario tende la mano al Palermo. Proprio al "Tardini" arriverà nel prossimo turno il Frosinone.

C'è subito l'occasione per riprovarci, Pescara permettendo. A patto di non sbagliare nulla.

O quasi. Ogni errore, in panchina e sul rettangolo verde, potrebbe costare molto caro in questo rush finale.