Contestualmente l'esperto dirigente sportivo ha così salutato la città di La Spezia: "Stavolta il fischio dell’arbitro è triplice. Non ci sarà un altro tempo come nel 2016. Finisce così con Spezia, il mio posto nel mondo.. E pensare che quando è stato promosso in Serie A, ho fatto di tutto per tornare decidendo di lasciare l’Inter (si l’Inter…) per dare il mio contributo alla causa. Mi sono sentito come quel figlio – ha ricordato con un post su Facebook- che torna a dare una mano a casa dopo l’università. Sono sempre stato animato dalla consapevolezza che in questo posto incantato si potessero fare grandi cose e per un po’ di tempo ho avuto ragione. Nel tornare ho sfidato il pregiudizio e il ghigno di tanti che pensavano fossi matto (“ma dove vai? Vedrai che retrocedono subito!”) e invece per tre anni abbiamo fatto quello che nessuno mai aveva fatto. Ci abbiamo creduto, abbiamo lottato e contro tutto e contro tutti e ci siamo riusciti. Purtroppo, il “miracolo” non si è ripetuto quest’anno. È dura da mandar giù ma è successo e bisogna prenderne atto. Il calcio, come la vita, è fatto di salite e discese, di bei momenti e delusioni. Il campo ha parlato ed è il giudice più imparziale che esista. Occorre trarne insegnamento e ripartire. Non mi dilungherò nello scrivere i motivi di questo addio – ha sottolineato Visci il cui contratto con lo Spezia era scaduto – E’ sufficiente dire che non ci sono più le condizioni per proseguire. Personalmente ringrazio i miei compagni di viaggio che come me hanno anteposto i propri interessi alla causa comune, sacrificando tempo, affetti e denaro per i colori dello Spezia. Avrei voluto salutare tutti uno ad uno ma mi sarà impossibile. Spero che questo messaggio venga letto da quelli a cui voglio bene e che me ne vogliono. Andemo fanti!”.
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