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mediagol palermo Palermo, solidità e fieno in cascina must Inzaghi: margini e chiavi per l’upgrade da big
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Palermo, solidità e fieno in cascina must Inzaghi: margini e chiavi per l’upgrade da big

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Solidità ed equilibrio marchi di fabbrica virtuosi del Palermo di Inzaghi. Esaltare e rendere funzionale al gioco di squadra le attitudini dei giocatori più talentuosi, fattore decisivo per un ulteriore salto di qualità in fase offensiva.

di Leandro Ficarra

Niente sorpasso. Pizzico di fieno in cascina ad alimentare la dote. Must Inzaghi. Prezioso ed imprescindibile. Specie in giornate di scarsa vena, al cospetto di avversari di pregiatissimo lignaggio. Con i canarini di Sottil arriva un punto. Sofferto, travagliato, pesante. Strappato a denti stretti. Abnegazione, spirito di sacrificio, resilienza tattica e mentale. Abbarbicati alle manone salvifiche di Joronen, provvidenziale in un paio di circostanze. Modena decisamente più brillante e propositivo. Corrobora autostima, primato, consapevolezze. Semina germogli di buon calcio, sparge polvere di rimpianti sul prato del Barbera. Squadra quadrata, frizzante, manovriera. Palleggio, cifra tecnica e stilistica in zona nevralgica, qualità ed indole propulsiva sulle corsie, incisività e trame codificate in fase offensiva. Giusta dose di fisicità, esperienza nei ruoli chiave. Identità tattica ed impianto di gioco tangibili targati Sottil, trasposti sul rettangolo verde da individualità di assoluto rilievo per la categoria. Da Chichizola ad Adorni, da Gerli a Zampano, da Di Mariano a Gliozzi. Senza dimenticare Zanimacchia, Santoro, Pedro Mendes, Defrel, Pyythia. La performance sfoderata dagli emiliani avrebbe legittimato la conquista dell'intera posta in palio.

RESILIENZA E SOFFERENZA  -Mezz'ora di sostanziale equilibrio. Palermo che testa la modalità top-quality.Ranocchia, Palumbo e Brunori nell'undici titolare. Diakitè ed Augello laterali deputati a spingere con cautela, arginarndo omologhi di ruolo di acclarato spessore sulle rispettive corsie. Pierozzi-Peda-Ceccaroni terzetto difensivo in assenza del totem Bani. Segre completa la mediana, Pohjanpalo terminale offensivo di riferimento. Il capitano e l'ex Modena a supporto del bomber finnico.

Leitmotiv consueto in casa rosa. Compattezza e densità al potere in fase di non possesso. Ricerca di verticalità sul lungo, spizzate aeree ed aggressione feroce sulle seconde palle. Transizione fulminea alla ricerca di ampiezza e profondità. Buon ritmo in avvio. Qualche aggressione alta a buon fine in sede di riconquista. Cenni di  dialogo sulla catena laterale mancina e sbocco del cross.  Modena  irreprensibile in marcatura e gioco aereo. Fluido e rapido nel distendersi in ripartenza palla a terra su un Palermo a tratti un po' lungo. Difesa rosa che se la cava, non sempre schermata a dovere da una mediana in cui il solo Segre ha l'interdizione nelle sue corde. Uomini di Sottil che hanno tempi, visione, tecnica per eludere il pressing alto della banda Inzaghi. Non sempre attuato con vigoria e sincronismi ideali. Solito blitz vincente, a fari spenti, di Segrein the box. Palla sporca e vagante tramutata in oro.

Poi un'ora di oggettivo affanno e palese patimento. Ripresa in cui il Palermo si abbassa troppo. Serrando i ranghi, stretto nella morsa di un forcing emiliano limpido, ragionato, eterogeneo nella sua tessitura. Le interazioni on the road di SuperPippo, stavolta, non mutano l'inerzia. Gomes per Segre all'intervallo. Poi Blin e Le Douaron, in luogo di Ranocchia e Brunori, non impattano in maniera significativa. Bereszynski rileva Diakitè. Jolly polacco, al netto dello sfortunato autogol del pari, in comprensibile ritardo sul piano condizionale. Pyythia, Mendes e Defrel conferiscono ulteriore energia e brio alla squadra di Sottil. Joronen, già prodigioso su torsione aerea di Gliozzi, si ripete sulla saetta mancina di Pyythia. In mezzo una chance per Sersanti. Fortino rosa sgretolatoal minuto 76. Bereszynski  brucia sullo stacco Adorni ma infila Joronen. Finale in apnea, Modena che spinge, Palermo rannicchiato a protezione del pari. Vasic fa rifiatare Palumbo. Il punto arriva. Sollievo e plus per classifica e morale. Imbattibilità fa rima con continuità.

MOLTO BENE, SI PUÒ FAR MEGLIO -  Numeri e classifica certificano l'eccellenza del lavoro svolto da Inzaghi fin qui. Forma mentis, indole gladiatoria, compattezza e coesione in fase di non possesso. Personalità e solidità. Ritmo, intensità e densità. Abnegazione, carattere, corale predispozione al sacrificio in nome del perseguimento dell'obiettivo comune. Tratti caratterizzanti da squadra vera. Pragmatismo, concretezza, e capacità di inaridire fonti di gioco ed indice di pericolosità avversaria. Prerogative preponderanti per emergere e primeggiare nel ginepraio cadetto. Emergono al contempo una serie di criticità oggetto di analisi e riflessione.

Le sfide contro Frosinone, Venezia e Modena hanno un comune denominatore. Quando si eleva la caratura dell'avversario, i rosa faticano a dettenere il pallino del gioco. Subendo oltremodo proprietà di palleggio, fluidità e rapidità nella circolazione della sfera dei contendenti. Ricetta che manda spesso a vuoto il pressing alto volto alla riconquista. Lasciando passivamente inerzia e redini del gioco in mano al rivale di turno. Disagio che si acuisce in frangenti di non grande reattività sul piano atletico, all'origine di troppi duelli persi sulle classiche seconde palle. Il deficit di fosforo, visione e senso geometrico in zona nevralgica potrà essere colmato in sede di mercato invernale. Migliorare qualità di transizioni e scarichi è comunque possibile. Evitando vizi di concetto e dosaggio che inibiscono la lo sviluppo del gioco. Rialimentando quello avversario.

RIFLESSIONI E UPGRADE OFFENSIVO - Permanendo equilibrio e solidità difensiva capisaldi virtuosi e pararadigmi fondamentali dell'Inzaghi pensiero, l'evoluzione di qualità e varietà della proposta offensiva garantirebbe un ulteriore upgrade. Lodevole cura e preparazione delle palle inattive. Schemi, blocchi e movimenti codificati grazie ai quali il Palermo, in virtù di struttura e fisicità dei suoi interpreti, riesce a  rendersi pericoloso. Maggiori criticità su azione manovrata, specie quando raddoppi e caratura degli avversari sulle catene lateriali arginano la spinta in ampiezza, sporcando numero e lignaggio dei cross spendibili per l'ariete Pohjanpalo. 

Brunori mostra piglio e dedizione encomiabili. Da capitano vero. Al servizio della squadra in un ruolo anomalo. Si sbatte con fierezza e disciplina. Cuce in maniera, fisiologicamente, scolastica. Lavora ma non incide.  Nell'ambito di un calcio non propriamente nelle sue corde. Spesso stritolato e tagliato fuori, per attitudini e struttura, dal tema ricorrente alla sorgente della manovra. Ricerca della spizzata sul lungo, contese rusticane, di muscoli e centimetri, per conquistare e ripulire palle vaganti e sporche. Spalle alla porta,  lontano dalla zona calda. Unica giocata incisiva contro l Modena, l'attacco feroce sul primo palo, su un cross teso di Augello, in una delle sue rare apparizioni in area avversaria. Movimento naturale nel suo Dna calcistico, che rivela, una volta di più, la sua natura di attaccante puro. A tratti più mezzala sinistra che trequartista, in un Palermo che gioca e determina pochissimo tra le linee.

Riflessione che può estendersi anche a Palumbo. Spesso costretto ad abbassarsi per entrare nel vivo di una manovra che stenta fluire nitidamente fino alla trequarti avversaria. Limbo strategico in cui talento ed estro in rifinitura dell'ex Modena potrebbero essere quid decisivo. Possibile, in determinate tipologie o frangenti di gara, testare un 3-4-1-2 o un 3-5-2 (Palumbo unico trequartista o mezzala offensiva a sostegno di due attaccanti) senza alterare gli equilibri collettivi nelle due fasi? Quesito di cui il solo Inzaghi conosce la risposta. Riflessioni dall'accezione costruttiva. Da vagliare in serenità, forti di un'identità, tattica, mentale e morale, granitica e riconoscibile. Emblema virtuoso dell'ottimo viatico, intriso di orizzonti rosa, edificato da SuperPippo.