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Palermo, Serie B da sogno a obiettivo: Baldini e il valore del percorso

Palermo

Il Palermo di Silvio Baldini ha staccato il pass per la finalissima dei playoff di Serie C dove incontrerà il Padova di Massimo Oddo

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A cura di Nicolò Cilluffo

Certe partite sono come certe notti in cui la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei. Certe stagioni sono come certi notti in cui la strada non conta. E quello che conta è sentire che vai. 25 agosto 1995, il singolo di Luciano Ligabue "Certe notti” - primo estratto dal quinto album "Buon compleanno Elvis” - spopola in tutta Italia. Silvio Baldini inizia la sua prima stagione sulla panchina della Carrarese e chiude al decimo posto nel Girone A di Serie C 1.

Strade che si incrociano, nella vita e nello sport. Risale, infatti, al campionato di Serie B 2018/2019 l'ultimo precedente tra Palermo e Padova che si apprestano, adesso, a sfidarsi nella doppia finale dei playoff di Serie C dalla quale emergerà il nome di chi andrà a completare il quadro del prossimo torneo cadetto. Due città a cui manca la B proprio da quella nefasta annata conclusasi con la retrocessione sul campo dei veneti e con il fallimento dell'allora U.S. Città di Palermo. L'ultimo (duplice) atto dal sapore di unicum, dopo una lunga stagione travagliata e a tratti calcisticamente straziante. Almeno centottanta minuti di puro ardore agonistico, sofferenza, passione.

Silvio Baldini prende in mano le redini del Palermo il 24 dicembre scorso dopo una brutta battuta d'arresto a Latina dell'allora squadra targata Giacomo Filippi. Casus belli? Sta di fatto che il Palermo non ingrana, stecca appuntamenti utili per dare continuità al proprio percorso e fa tremendamente fatica lontano dal Renzo Barbera. L'ex vice di Boscagliaa passi lenti e tardi porta comunque i rosanero a -5 punti dalla capolista Bari prima dello scontro diretto pareggiato, in seguito, tra le propria mura amiche. Poi, lo scivolone del Francioni e l'esonero della dirigenza siciliana che sembra voler imprimere una svolta netta alla stagione di Francesco De Rose e compagni.

"Sono legato a questo modo di pensare che è molto vicino al mio, non mi sono mai voluto allontanare da quest'Isola. Cosa mi ha spinto a tornare dopo 18 anni? Il destino mi ha dato una nuova possibilità, che mi incuriosisce molto. Adesso dipende da me, sono qui perché non ho paura di affrontare le difficoltà", inizia così il Baldini 2.0 sulla panchina del Palermo. Diciotto lunghi anni dopo un esonero mai del tutto digerito per incomprensioni con l'allora patron Maurizio Zamparini. La possibilità di riportare la città siciliana nel calcio che conta e quell'avvicendamento con Guidolin che, poi, riuscì a staccare il pass direzione Serie A. Fede, speranza, valori. E il destino ti porge la mano, con una sfida tutt'altro che semplice ma tanto, tanto intrigante.

"Cose impossibili non ne esistono, se uno è testardo e mette amore e passione riesce sempre a fare qualcosa di importante. Le difficoltà puoi sempre superarle, ma arrendersi è sempre più facile rispetto a combattere". Frasi che ti toccano nel profondo, parole mai banali.

Il tecnico originario di Massa pareggia all'esordio a Catanzaro. L'obiettivo è dare un'identità alla squadra, trasmettendo valori che vanno ben al di là dei canonici novanta minuti. Serve tempo e modo di lavorare sulla testa e sulle gambe dei giocatori che non da subito entrano in simbiosi con Baldini. Tempo al tempo, con il coraggio di portare avanti le proprie idee e la bontà del lavoro svolto.

Due vittorie e due pareggi dopo lo zero a zero in Calabria. Ko pesante a Foggia, in una delle poche partite in cui l'allenatore ex Empoli non mette - dal punto di vista prettamente tattico - nelle migliori condizioni di esprimersi i suoi ragazzi. Cinque gol alla Turris, debacle sul campo della Virtus Francavilla. Tre a zero alla Vibonese e vittoria da sballo al Partenio di Avellino. La possibilità di fare tris contro la Fidelis Andria in casa davanti a oltre 10 mila persone e il black out che porta ai tre pareggi consecutivi contro la squadra pugliese, il Potenza e la Paganese. Proprio in quel di Potenza una conferenza stampa fiume di Baldini che segnerà, successivamente, l'anno zero della sua avventura in rosanero. "Questi giocatori devono tirare fuori gli attributi, se non hanno voglia si devono fare da parte e prendiamo i ragazzi della primavera, che almeno ci mettono la determinazione”, tuona Silvio. Col rischio di mettersi contro lo spogliatoio, Baldini riesce a trarre il meglio da ogni singolo calciatore in organico. Quattro vittorie consecutive e terzo posto agguantato alle spalle di Bari e Catanzaro. Triestina, Virtus Entella e FeralpiSalò le tre squadre sbaragliate ai playoff prima dell'atto finale contro il Padova di Oddo.

Un percorso di crescita, straordinario dal punto di vista umano. La bellezza di godersi il cammino, per quanto tortuoso possa essere. La passione trasmessa alla gente, oltre che ai calciatori. L'esempio di quanto possa fare la differenza la testa nello sport, così come nella vita. La possibilità di chiudere il cerchio. Un Baldini diverso rispetto a diciotto anni fa, meno focoso e più riflessivo. Un Baldini profondamente attaccato ai valori che hanno trascinato oltre 100 mila persone allo stadio in tre partite. Che chi s'accontenta gode - canta Ligabuechi non s'accontenta è, di certo, Silvio Baldini.