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Palermo, senti Polizzi: “Mirri, manca il cuore. Rosa non al livello delle big. Mi stupisce una cosa”

Le dichiarazioni rilasciate dall'ex presidente del Palermo

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"Il calcio di oggi non è più quello mio e di Ferrara, però una cosa è rimasta: per ottenere i risultati ci vogliono i giocatori".

Parola di Liborio Polizzi. Diversi sono stati i temi trattati dall'ex presidente del Palermo, intervistato ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport': dalle prestazioni offerte fin qui dalla compagine rosanero, reduce dalla sconfitta maturata al "Pino Zaccheria" di Foggia, alle promozioni conquistate dalla Serie C alla B sotto la sua gestione. Fu azionista del Palermo dal 1987 al 1995 di cui prima è stato amministratore delegato e successivamente presidente insieme a Giovanni Ferrara.

"Conosco la famiglia Mirri. Sono persone serie che hanno un potenziale economico che può garantire una Serie C da primi posti. Vedo, però, la finanza fine a se stessa: il centro sportivo, il marketing, la pubblicità, tutto quello che serve per fare soldi. Sotto questo aspetto la famiglia Mirri è bravissima, c’è attenzione ad una gestione oculata. Quello che per me manca, però, è il cuore. Con Giovanni, disponevamo di pochi soldi, allora dicevo che giocavamo con le figurine Panini, però con quelle abbiamo vinto due campionati di C1 e una Coppa Italia di C: cuore e un pizzico di incoscienza", sono state le sue parole.

PROMOZIONE -"Se vuoi la promozione devi rischiare e devi fare un’ossatura di categoria che, in questa squadra, non vedo e poi devi fare qualche colpo particolare. Perché te lo impone la piazza, anche se allo stadio non c’è nessuno, per ora. Con tutto il rispetto per questi giocatori, non vedo quella qualità per contrastare i club di prima posizione. Boscaglia è un ottimo allenatore, ma ci vuole il materiale umano adeguato. Credo che i Mirri abbiano pensato ad un anno di transizione in cui costruire una base di squadra sulla quale intervenire la prossima stagione con tre-cinque innesti. Un ragionamento che darà i risultati. La prossima stagione, però, sarà obbligatorio salire e i soldi risparmiati quest’anno dovranno essere spesi. Per me sarebbe stato il momento ideale per osare, molte società sono in difficoltà. Qui non si tratta di prendere giocatori con ingaggi milionari, ma di categoria. Avrei rischiato 8-10 milioni per tentare il salto. A meno che non si intervenga a gennaio: dentro ai playoff con dei buoni innesti, si può anche avere fortuna. Il Palermo, però, in C ha l’obbligo di stare lassù".

COLPI DI TESTA E NON SOLO -"I miei colpi di testa sul mercato? Uno fu l’ingaggio di Iachini:, Cecchi Gori me lo diede per un milione di vecchie lire, ma lo stipendio era di 400 milioni, un salasso. Come l’acquisto di Buoncammino. Mi misi in testa che lo volevo, andai a Giarre e lo presi, per quasi un miliardo e ci fece vincere il torneo. Palermo a Foggia in pullman? Noi andavamo in pullman a Catania e in Calabria, ma in Campania e Puglia in aereo o in nave. Non si possono fare 10 ore di pullman, per i giocatori sono pesanti, specie quando si gioca dopo 3 giorni, la cosa mi stupisce", ha concluso Polizzi.

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